rassegna stampa

Partita anni Settanta. Squadre lunghissime e marcature a uomo

La Roma punta tutto sugli scatti di Salah e sul controllo stretto degli avversari. Ne esce una sfida d’altri tempi: 36 tiri complessivi

Redazione

Impossibile addormentarsi, non c’è un attimo di tregua: si attacca da una parte e dall’altra senza che ci si fermi a tirare il fiato, squadre lunghe e larghe, come non se ne vedevano da tempo. I puristi, di fronte a Roma-Inter, avranno storto il naso, attenti come sono alle marcature preventive, alle diagonali ben fatte, al pressing e ai movimenti sincronizzati. Gli spettatori più «sempliciotti», che sono la maggioranza, si sono invece parecchio divertiti. A tratti nel match dell’Olimpico, come scrive Andrea Schianchi su La Gazzetta dello Sport, è parso di assistere a una partita d’altri tempi, di un altro calcio, e tutto ciò è stato possibile perché sia la Roma sia l’Inter l’hanno interpretata assecondando l’estro dei singoli e non la compattezza del collettivo. Roma-Inter è stata un po’ imperfetta, sguaiata, eppure frizzante.

"E’ stato Luciano Spalletti a impostare la partita in questo modo. Senza badare all’ordine, anzi pensando che dal disordine potesse nascere qualcosa di buono. Ed è arrivata infatti una vittoria. A centrocampo ha puntato tutto sui duelli individuali: Strootman su Joao Mario, De Rossi a pestare i piedi a Banega e, questa è stata la mossa tanto «preistorica» quanto efficace, Florenzi in marcatura fissa su Medel, cioè sul primo interista che iniziava la manovra. Il disegno tattico, grazie anche al gol iniziale di Dzeko e all’incapacità dell’Inter di far girare velocemente il pallone, è risultato perfetto. Palla larga, quasi sempre su Salah, che ha stazionato sul settore destro, e fuga sulla corsia: questo è stato lo schema principale. L’Inter, di fronte a questa mossa elementare, non ha saputo opporsi: Santon è stato regolarmente saltato e il centrale di sinistra, Murillo, non è mai uscito dalla tana con i tempi giusti. Ovvio che l’intero sistema difensivo sia andato in tilt e abbia concesso tante occasioni di tiro agli avversari.

"Anche i nerazzurri hanno avuto le loro occasioni, e sapete perché? Una volta che i centrocampisti o gli esterni hanno vinto i duelli con i rispettivi avversari, e quindi hanno creato la superiorità numerica, si sono presentati vicino all’area giallorossa. Se l’atteggiamento difensivo della Roma fosse stato «di gruppo», magari con movimenti preventivi che anticipavano le giocate nerazzurre, probabilmente la squadra di Spalletti avrebbe rischiato di meno.