rassegna stampa

Parla Doumbia «Quante feste. Non una vita da giocatore»

"La Roma voleva mandarmi per forza in Cina, ma quando ho rifiutato mi facevano allenare tre volte al giorno: alle 8, alle 12 e alle 16. Una punizione? Sì"

Redazione

«Quando ho vinto la Coppa d’Africa ho festeggiato talmente tanto che mi ero dimenticato di essere un calciatore professionista». Ecco, nel caso ci fosse qualche dubbio, Seydou Doumbia, nella sua prima intervista da quando è al Basilea, lo ha fugato.

La sua breve avventura romana, nel 2015, è nata male (fischi all’esordio dopo la pessima prova col Parma) e finita peggio: «In quei giorni, prima di arrivare in Italia, dormivo a malapena, ma se tornassi indietro lo rifarei e farei anche di più. L’anno dopo — aggiunge l’attaccante — la Roma voleva mandarmi per forza in Cina, ma quando ho rifiutato mi facevano allenare tre volte al giorno: alle 8, alle 12 e alle 16. Una punizione? Sì. Adesso sono al Basilea e cercherò di dare tante soddisfazioni ai miei tifosi».