Ad Empoli è sbocciato definitivamente il talento di Leandro Paredes, calciatore ventunenne di Buenos Aires. L'argentino deve molte al suo tecnico Giampaolo, che gli ha cambiato il ruolo da trequartista a centrocampista centrale. «Gli devo tantissimo. Mi piace. Mi parla, mi insegna tanto, mi fa vedere i video delle cose che sbaglio, ma anche quelle che faccio bene. E in questo ruolo mi trovo bene, ho sempre la palla tra i piedi e io sono nato con la palla. Pensate: a 4 anni mangiavo con la palla sotto il tavolo». Qui uno stralcio dell'intervista rilasciata ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport":
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Paredes: «Mi piacerebbe tornare alla Roma. Nainggolan il centrocampista più forte»
"Garcia mi ha dato fiducia, mi voleva tenere, ma penso che Empoli sia stata la scelta giusta. Allenamenti molto intensi, non ho avuto bisogno di fare sedute specifiche, come accadeva a Roma. Solo due volte a settimana mi esercito sui calci piazzati"
Lei è arrivato alla Roma a 20 anni grazie al d.s. giallorosso Walter Sabatini. È passato dal Chievo, ha assaggiato la «Magica» in tutto per 13 partite e ora è ad Empoli. Si sente pronto per il grande salto?
«Sì, mi sento pronto. Mi piacerebbe tornare alla Roma (è qui il suo agente Pablo Sabbag), la A è più tecnica della Premier. Il calcio va di corsa, ma dalla tecnica non si può prescindere mai. Al Chievo fu una parentesi particolare, arrivai infortunato alla caviglia e mi integrai solo alla fine. Garcia mi ha dato fiducia, mi voleva tenere, ma penso che Empoli sia stata la scelta giusta. Allenamenti molto intensi, non ho avuto bisogno di fare sedute specifiche, come accadeva a Roma. Solo due volte a settimana mi esercito sui calci piazzati».
Chi guardava e chi guarda?
«Ovviamente Riquelme. Per me lui era il calcio. L’ho vissuto, conosciuto, lo sento sempre, mi ha insegnato a distribuire il gioco e a proteggere la palla. Maradona l’ho visto solo in tv. Poi Zidane, che mi piaceva tanto e ora Pirlo che oggi calcia meglio di tutti. A Roma c’erano Pjanic e Totti, uno che calcia sempre forte».
Già, Totti, cosa ha significato?
«Un campione, un’emozione viverlo. Io guardavo però più Radja Nainggolan, il più forte centrocampista di questa Serie A. Ha tutto: forza, tecnica, energia, è completo».
Ora è lei che aspira a diventare il futuro della Roma e pure della Nazionale argentina. Tata Martino vuole portarla a Rio.
«Le dico la verità: lavoro ogni giorno per questo. Per giocarmi l’Olimpiade insieme con il mio amico Paulo Dybala».
Così nessuno storcerà il naso se la chiameranno il mago…
«È un’invenzione romana, a me alla fine basta Leo».
(F. Velluzzi)
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