Patrick Kluivert e Clarence Seedorf tornano insieme dopo gli anni all’Ajax. Allenare il Camerun sarà quasi un affare di famiglia, ma l’affare di famiglia più importante porterebbe Kluivert a Roma, dove il figlio Justin ha cominciato la sua avventura in giallorosso sorprendendo tutti. Patrick, il vice di Seedorf, ha accompagnato il primo allenatore in Africa in questi giorni, la lista dei convocati per il debutto (contro le Isole Comore, l’8 settembre) è pronta, ma l’ex attaccante di Milan e Barcellona non può non rivolgere uno sguardo a Roma e a Justin. Ecco un estratto della sua intervista rilasciata ad Alessandra Bocci sulle pagine de "La Gazzetta dello Sport":
rassegna stampa
Papà Kluivert: “Justin, ora corri: con questa Roma puoi raggiungermi”
Parla Patrick, l'ex stella di Ajax, Milan e Barcellona: "Mio figlio ama imparare, lavora duro e non teme niente. La squadra di Di Francesco è ideale per lui"
Che tipo di figlio è Justin?
"Un bravo ragazzo. Sono molto soddisfatto di quello che sta facendo. È a Roma con la mamma Angela, si sta concentrando sul lavoro. Justin parla poco, però è uno che sa ascoltare ed è motivato. Avrei voluto che restasse all’Ajax ancora un anno, ha scelto lui. Credo che la Roma sia una buona soluzione".
Conosce Di Francesco?
"Poco, ma i risultati ottenuti parlano per lui. E poi il salto in Premier League sarebbe stato faticoso. Di Francesco mi sembra un allenatore preparato, bravo a far crescere i giocatori. Justin ha bisogno di questo, lavorare duro, ma è uno che ama imparare. La tournée americana è stata fondamentale: giocare contro le grandi squadre era il suo sogno".
Justin diventerà più forte di lei?
Risata. "Eh, per arrivare dove sono arrivato io deve farne di chilometri. Ma ha mostrato talento, ha personalità e tempo per fare una grande carriera".
È molto diverso da lei, anche da un punto di vista di struttura fisica.
"Sì, è un altro tipo di attaccante. Justin gioca esterno, gli piace dribblare, però anche in fase difensiva sa lavorare bene. È bravo sia di destro sia di sinistro e vede la porta: se può tirare, tira. Non ha paura di niente, non ha timori a provare la giocata più difficile. Però deve restare con i piedi per terra".
Dicono che lo volesse il Manchester United.
"Non lo so, ma credo che lo United sarebbe stato un salto troppo grande. La Roma è un club importante, ma le pressioni sono minori. La Roma non deve vincere per forza ed è un club abituato al buon calcio. Per Justin è il posto ideale in questo momento".
Lui ha dichiarato di sognare il Barcellona, per il futuro.
"Chi non sogna il Barcellona? Però il calcio italiano sta riprendendo quota e Justin può approfittarne. La Roma gioca un calcio tecnico, viene da risultati positivi anche in Europa. È un bel posto e poi l’ha scelto lui, e Justin è un ragazzo che sa quello che vuole".
Lei ha vinto una Champions League a 18 anni ed è stato a lungo capocannoniere dell’Olanda. Che cosa sogna per suo figlio?
"Per prima cosa gli auguro di vincere lo scudetto. La Juve è la più forte, ma non si sa mai. Vorrei venire presto in Italia: sono impegnato con il nuovo lavoro, però per Justin ho sempre tempo. Voglio vederlo vincere con la Roma. E voglio vederlo felice".
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