"Io e mia moglie siamo stati molto contenti dell'esordio di Giacomo. - dice Paolo Faticanti, intervistato da Emanuele Zotti su La Gazzetta dello Sport - È una soddisfazione moderata, è ancora all’inizio della storia e c’è tanto da fare. Bisogna andarci piano e non esaltarsi. Dopo la partita l’ho sentito, era felicissimo. Il suo ruolo è diverso dal mio. Io devo spegnere i facili entusiasmi, lui invece deve vivere di emozioni. Quando è tornato a casa non c’è stato alcun festeggiamento particolare, solo consapevolezza e gioia. Cerchiamo di farlo stare con i piedi per terra: questi momenti sono delicati e ci vuole poco a montarsi la testa. Non mi aspettavo esordisse ad Helsinki. Per come si era messa la gara e per il minutaggio che gli è stato concesso, non pensavo fosse la partita giusta".
La Gazzetta dello Sport
Papà Faticanti: “Che gioia, siamo romanisti. Tra due anni lo sogno già titolare”
Che rapporto c’è con Mourinho? "È un allenatore magnetico, ha una personalità talmente forte che spesso non deve neanche usare le parole. Lui emana una forza particolare. I ragazzi vivono il suo ascendente in maniera prepotente. A Giacomo non aveva anticipato nulla, non gli ha dato consigli particolari".
Si augura un futuro solo in giallorosso? "Siamo una famiglia romanista. Sappiamo bene che gli unici a passare dal vivaio alla prima squadra, rimanendo sempre a Trigoria, sono stati Totti e De Rossi. Per gli altri c’è stato un percorso alternativo prima di tornare. Questo io e Giacomo lo sappiamo. Certo, mi auguro di vederlo titolare nella Roma tra due anni, facendo un percorso netto. Ma questo è il sogno".
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