Lo scorso anno José Mourinho ripeteva, una volta si e l'altra pure, che quando si girava in panchina ve deva tanti ragazzini bravi, ma non adatti a quello di cui lui aveva bisogno in quel momento, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport. La Roma è quindi corsa al ripari: prima, a gennaio, con gli esperti Maitland-Niles (che però non è andato bene) e Oliveira (che invece è andato molto meglio), poi, adesso, con una vera e propria rivoluzione. Perché è dal secondo Spalletti (2017) che a Trigoria non si avevano tante alternative all'altezza. Quella squadra fece il record di punti in campionato, ma non riuscì a giocare neppure una finale, questa ha già portato a casa un trofeo e ora ha una rosa alla pari delle big del campionato.
La Gazzetta dello Sport
Panchina d’oro: tante soluzioni e rosa più ricca per Mourinho
Come qualità e quantità. In porta c'è Rui Patricio, il numero uno esperto che lo scorso anno ha tolto più di qualche volta le castagne dal fuoco, E poi c'è il giovane Svilar, che la Roma ha preso a parametro zero e che ha tanta voglia e ambizione. Sulle fasce l'abbondanza è davvero tanta: a destra con Karsdorp c'è Celik (costato 7 milioni), a sinistra Zalewski. Il titolare, in teoria, è Spinazzola, ma sono di scorsi validi solo sulla carta. In mezzo è complicato stabilire ora titolari e alternative: Matic e Wijnaldum sono stati presi per la loro esperienza, Pellegrini arretrerà spesso per far giocare insieme Abraham, Dybala e Zaniolo, Cristante avrà molte occasioni perché Mou di lui si fida a occhi chiusi. Aspettando Belotti, in panchina c'è un giocatore come El Shaarawy, che vale almeno 8 milioni e che, come si è visto contro lo Shakhtar, ha la capacità di in cidere in corsa, e potrebbe esserci, a volte, anche uno come Zaniolo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA