Il giorno dopo la tempesta, sportivi e non (tanti i politici) hanno esternato commenti più o meno sapienti sul tema Totti, quasi tutti però con valenze sentimentali non indifferenti. L’impressione è che il declino del numero dieci giallorosso non lasci indifferente nessuno, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport"
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Pallotta: «Sorpreso da Totti ma ora io sto con Spalletti»
I meriti dell’allenatore nella rinascita della Roma sono indiscutibili e il capitano non li nega. Il suo stupore è dovuto al deteriorarsi del rapporto umano. Tanto da fargli venire il dubbio che Spalletti abbia quasi un mandato a indirizzarlo...
Ieri Totti ha riservato i sorrisi per i suoi compagni, mentre il rapporto tra i due «litiganti» è stato definito freddo o, se volete, professionale. «Da buongiorno e buonasera», la definirebbe il numero dieci. «Come stai? Bene. E tu? Anche io». Tutto qui, prima che Spalletti prendesse la strada di Firenze per andare a casa.
Ha parlato anche Pallotta che, in una intervista al «Corriere dello Sport», si schiera dalla parte del tecnico. «Il caso Totti? Spalletti ha l’appoggio della società. Luciano è il nostro allenatore. Da quando è arrivato sono cambiate, in meglio, tantissime cose, e non parlo solo della gestione della squadra in campo. La reazione di Francesco mi ha sorpreso, non me l’aspettavo, ma in parte l’ho capita: è un grande giocatore, ha fatto la storia della Roma, adora competere, è una superstar. Ma quello che ha fatto il tecnico è stato dettato da un principio fondamentale: la squadra viene prima di qualsiasi giocatore. Non è assolutamente vero che Spalletti non abbia rispettato Totti, queste sono solo speculazioni».
I meriti dell’allenatore nella rinascita della Roma sono indiscutibili e il capitano non li nega. Il suo stupore, semmai, è dovuto proprio al deteriorarsi del rapporto umano. Tanto da fargli venire il dubbio che Spalletti abbia quasi un mandato a indirizzarlo verso la chiusura della carriera. Con la dirigenza a Trigoria, poi, pare i rapporti siano normali, ma i «topini» raccontano come la scorsa settimana il d.s. Sabatini l’avesse invitato a salire da lui e il capitano abbia declinato l’offerta. Morale: da Boston a Roma, i vertici della società sarebbero favorevoli se Totti traslocasse dal campo alla scrivania.
L'ultima parola sarà messa dall’incontro di marzo fra Totti e Pallotta. Una cosa è certa: in quella occasione il capitano vorrà sapere che intenzione ha il presidente nei suoi confronti. E se dovesse essere addio, che gli sia detto senza perdere altro tempo. Almeno questo «rispetto», a detta di tutti, lo meriterebbe.
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