E adesso, è chiaro, c’è da studiare un piano B. Anzi, ci si sta lavorando già su da un po’, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport, perché l’ipotesi che il deal tra James Pallotta e Dan Friedkin alla fine possa non andare in porto acquista sempre più probabilità. Ed allora, se alla fine Friedkin non dovesse formulare neanche un’offerta al ribasso (550 milioni contro i 710 pattuiti a inizio marzo) che cosa ne sarà della Roma? Semplice, alla guida resterà James Pallotta, ma con il piano B, appunto. Che prevede, di per sé, due scenari diversi, a seconda dello sviluppo di questi mesi.
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Pallotta, pronto il piano B. A caccia di nuovi investitori se Friedkin “molla” la Roma
Goldman Sachs sta già sondando il mercato da tempo. Senza aiuti a rischio anche i due gioielli Zaniolo e Pellegrini
La Roma dovrebbe chiudere il bilancio del prossimo 30 giugno con un rosso previsionale di circa 110 milioni di euro. Un fardello pesante, che si associa all’indebitamento netto del club che è di oltre 260 milioni.
È evidente che se tutta la prossima stagione si dovesse giocare a porte chiuse, il danno sarebbe grande anche in tal senso. Ed ecco anche perché entro la fine di maggio Pallotta dovrebbe mettere un’altra ventina di milioni dell’aumento di capitale da 150 milioni da onorare prima della fine dell’anno (finora il presidente ne ha versati 89). Quei soldi servono sostanzialmente a garantire la cassa ed a evitare che il capitale sociale si riduca sotto un terzo.
Pallotta, quindi, cercherà di salvaguardare il suo investimento fino alla fine, ma è evidente che anche il possibile disimpegno di Vitek nella questione-stadio sia un’ulteriore spallata alla sua fiducia. Già minata dalle resistenze che trova nel suo patto di sindacato, con alcuni soci (Starwood in testa) che non vogliono più esporsi economicamente per la Roma. E allora Pallotta ha dato mandato a Goldman Sachs di trovare nuovi possibili investitori, che possano essere interessati alla Roma. O, anche, che vogliano eventualmente dare una mano come soci di minoranza. La speranza è sempre quella che Friedkin decida di mettersi ugualmente a tavolino per trattare l’acquisto del club.
Nel caso in cui la manovra non riesca – e cioè che non si trovino neanche dei soci di minoranza – gli scenari possono portare a qualsiasi strada futura. Anche alla cessione degli asset più pregiati, nello specifico Zaniolo e Pellegrini.
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