È vero, c’era la semifinale di ritorno con il Liverpool, la speranza di ribaltare il 5-2 di Anfield Road e inseguire un’altra serata storica come quella vissuta pochi giorni prima contro il Barcellona, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. E poi c’era il sogno della finale di Champions, l’atmosfera di uno stadio elettrizzante come poche altre volte e proprio il Liverpool da affrontare, il club dell’amico John William Henry, con cui Pallotta fa affari da anni, tanto che qualcuno è arrivato a teorizzare che la Roma e i Reds avessero anche lo stesso proprietario. Quel 2 maggio c’era tutto questo e James Pallotta non poteva certo perderselo.
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Pallotta e quell’anno vissuto a distanza. Riabbraccerà la sua Roma direttamente negli Usa
Dal 2 maggio del 2018 il presidente non ha più messo piede a Roma
Sta di fatto, però, che da quel giorno Pallotta a Roma non ci è più venuto. Un anno, dunque. È da quanto il presidente della Roma non si fa vedere nella Capitale. "Non ce n’è bisogno", obietterà qualcuno, rimarcando come il presidente sia in costante contatto con tutti i suoi manager che giornalmente gestiscono la Roma. E forse sarà anche vero, perché nel 2019 e nel mondo della globalizzazione e della comunicazione, le società si possono guidare anche a distanza.
Ogni tanto, però, la presenza del padrone parrebbe opportuna. E la gradirebbero anche a Trigoria, perché poi le cose dette da chi decide e comanda hanno sempre un peso specifico diverso dalla voce di chiunque altro.
Pallotta, nel frattempo, la Roma la riabbraccerà negli Usa quest’estate, quando a luglio i giallorossi si recheranno in America. Per rivederlo nella Capitale, invece, ci sarà da aspettare. Quanto non si sa, dipenderà anche dallo stadio. A meno di qualche colpo di scena. Ad oggi non in agenda.
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