rassegna stampa

Ora va forte il preparatore o il mental coach di fiducia

Schick, Santon, Pastore, Nzonzi e altri: tanti giocatori si appoggiano a uno specialista personale

Redazione

In passato, quando i giocatori sceglievano centri di fiducia o preparatori personali, i dirigenti saltavano dalle sedie. A Trigoria le urla dello staff giallorosso, quando Aquilani fece sapere di volersi curare a Cesenatico, se le ricordano in tanti. Stavolta, invece, è diverso, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport.

Perotti è stato seguito per anni, fino alla scorsa estate, e potrebbe ricominciare, Schick ha ufficializzato da poco la sua collaborazione con un mental coach, che lo segue tra Roma e Praga. Stesso discorso per Santon, seguito dopo le difficoltà all’Inter dal professor Tirelli, che lo sta aiutando, dal vivo e al telefono, a ritrovare autostima.

Kluivert ha uno staff a sua disposizione che si divide tra Roma e l’Olanda, tra preparatore personale e chi gli cura alimentazione e comunicazione, Perotti ha un preparatore in Argentina, mentre Nzonzi si affida ad un fisioterapista inglese che appena può lo raggiunge a Roma e gli è stato accanto anche durante il Mondiale. Schick, oltre al mental coach, ha anche un preparatore che lo ha messo a punto per il ritiro, mentre Pastore, durante le vacanze, ha preferito lavorare con un suo uomo di fiducia, a Cordoba, invece di andare in qualche lido esotico.