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La Gazzetta dello Sport

Ora c’è un’altra Inter: imprevedibile, continua e scatenata in zona gol

Ora c’è un’altra Inter: imprevedibile, continua e scatenata in zona gol - immagine 1
Dimarco che attacca a destra, simbolo di ruoli ridisegnati per sorprendere. Una scatola rovesciata: pronta a colpire all’improvvis
Redazione

La prima volta poteva essere un caso. A volte capita che un giocatore, sullo slancio dell’azione, si trovi lontano dalla sua zona di competenza. La seconda volta che Dimarco ha attaccato sulla fascia destra, è venuto il sospetto, scrive Luigi Garlando su La Gazzetta dello Sport. La terza volta che l’esterno nerazzurro ha attraversato il terreno del Bentegodi, senza farsi notare, come quando scatta il coprifuoco, il sospetto di una precisa strategia ha preso forma: liberare periodicamente Dimarco sulla fascia opposta per giocarsi l’effetto a sorpresa, con Acerbi che si allargava a sinistra per presidiare la banda mancina rimasta scoperta. Il primo gol dell’Inter a Verona è nato da un cross di Dimarco da destra inzuccato da Galich nella propria porta. L’ampio raggio d’azione di Federico Dimarco serve a spiegare che cos’è diventata tatticamente l’Inter di Simone Inzaghi dopo due anni di lavoro alla Pinetina, sotto l’apparentemente imperturbabile 3-5-2: una scatola rovesciata, in cui i cioccolatini sono usciti dalle loro sedi e vanno dappertutto. Il primo anno è servito a Inzaghi per adeguare la squadra scudettata di Antonio Conte a una diversa idea di calcio: più offensiva, più aggressiva senza palla, meno codificata, con linee di gioco più imprevedibili, con il pallone palleggiata in mezzo e non solo spinta sui binari laterali. Il 3-5-2 di riferimento si vede più sui giornali che in campo. Bastoni non è un difensore piantato dietro. Sfrutta l’educazione ricevuta a Zingonia da Gasperini. Può salire in mediana ad aiutare la costruzione, a cercare il lancio in diagonale per l’inserimento di Barella oppure spingere sulla fascia. In questo caso Dimarco sale altissimo o si accentra e batte le vie intere. Al fischio d’inizio, si disarticola subito anche il tridente in mediana: il regista centrale, Brozovic (o Calhanoglu) si abbassa a costruire con la collaborazione dei difensori, mentre Barella e Mkhitaryan si alzano a ridosso delle punte. Subito alti anche i due esterni. Così l’Inter, spesso, tiene due soli uomini davanti a Onana e attacca con una falange a 5 punte. E’ nuova anche la continuità di rendimento e l’allegria con cui i nerazzurri hanno giocato e segnato al Bentegodi, senza mai fermarsi. In questo 2023 mai l’Inter aveva allineato 3 vittorie. E’ qui che più deve crescere Inzaghi, nella capacità di motivare la squadra anche in dimesse domeniche di campionato, come a Conte riusciva quasi sempre. E come è riuscito a Spalletti.