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La Gazzetta dello Sport

Operazione Dovbyk: psicologia, sponde e movimenti. Il piano di Gasperini

Operazione Dovbyk: psicologia, sponde e movimenti. Il piano di Gasperini - immagine 1
L'allenatore: "Voglio recuperarlo". Proprio come ha fatto con tutte le punte che ha avuto in passato
Redazione

"Voglio recuperare Dovbyk". Senza mezzi termini, diretto al cuore del problema. Gasperini ha dimostrato di non avere tanti peli sulla lingua: se ha voglia di dire qualcosa la dice. In carriera ha lanciato tanti attaccanti, punte che al primo anno con Gasp hanno fatto sempre meglio della stagione precedente. Sarà un caso? In quel "voglio recuperare Dovbyk" c'è anche la certificazione del momento di difficoltà del centravanti ucraino. Gasp sa bene che da qui a gennaio non può chiedere a Ferguson di prendersi sulle spalle tutto l'attacco giallorosso, sarebbe ingiusto e forse anche ingeneroso. Gasperini sa bene di aver bisogno di Dovbyk proprio come Artem sa altrettanto bene che il suo futuro è nelle mani di Gasp. Lo scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. La carriera di Gasp parla chiaro: tutti i centravanti finiti nelle sue mani sono poi esplosi. Tutte le prime punte avute all'Atalanta hanno fatto subito bene: Zapata, Muriel, Hojlund, Scamacca e Retegui. Già al Genoa portò Milito a segnare 26 gol, l'anno prima tocco a Borriello e poi Gilardino. A Crotone Jeda. Ecco perché Dovbyk è fiducioso. Gasperini adesso ci lavorerà su soprattutto dal punto di vista mentale, delle motivazioni, per ricaricarlo a dovere e dargli gli stimoli giusti. Ma Dovbyk deve migliorare anche nel gioco di sponda e nei movimenti. Con Gasperini può succedere.