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rassegna stampa

Occhio a Scamacca e Raspadori, Mancini e Calafiori fanno muro

Getty Images

Domani la sfida Roma-Sassuolo, un crash test per la difesa e l’attacco Con un poker “nazionale” già a caccia del Mondiale

Redazione

Gianluca Mancini, Riccardo Calafiori, Giacomo Raspadori, Gianluca Scamacca sono la faccia bella dell’azzurro che c’è e che ci sarà, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Quello a cui il c.t. Mancini potrebbe affidare il Mondiale del prossimo anno. Il destino, però, vuole che domani il poker abbia ambizioni sparigliate. Se i due attaccanti del Sassuolo rappresentano l’ultima suggestione della Nazionale, i difensori della Roma assumono il ruolo di nuovi profeti del verbo di Mourinho. Domani c’è questo quartetto: Raspadori, 21 anni, col primo gol in azzurro alla sua prima partita da titolare, tre giorni fa ha rubato la vetrina nella partita contro la Lituania. A fargli concorrenza al centro dell’attacco, poi, è proprio Scamacca, 22 anni, che nello stesso match ha esordito in Nazionale. Se si pensa che quest’ultimo, cresciuto proprio nella Roma prima di scegliere la rischiosa avventura al Psv quando aveva solo 16 anni, la sensazione è che la squadra di Mourinho sia dinanzi a un nuovo e non banale «crash-test». Il motivo, d’altronde, è facilmente comprensibile. Contro la squadra che nella scorsa stagione ha chiuso a pari punti con i giallorossi, i legionari di Mou sembrano avere una difesa non al massimo. Raspadori sente che il ruolo di centravanti della Nazionale potrebbe essere suo, così come il futuro in un club di prima fascia. Scamacca punta a un posto al Mondiale, senza contare che tante grandi stanno già bussando alla sua porta. Sull’altro fronte Mancini cerca anche lui gloria azzurra e un nuovo contratto in giallorosso – sempre più vicino – anche perché seduzioni non gli mancano. Come d’altronde a Calafiori, da tempo inserito nella lista dei prospetti più interessanti del nostro calcio. Morale: Roma-Sassuolo sembra volare in un futuro assai più alto rispetto alla stretta attualità del campionato. Ed il motivo è facile: i quattro ragazzi tinti d’azzurro hanno già imparato a sognare.