(Gazzetta dello Sport - A.Pugliese)Gli annali della storia del calcio ora vanno riscritti, la Roma di Rudi Garcia ha frantumato anche la Juventus di Fabio Capello, quella del 2005-06.Con la decima vittoria consecutiva, un filotto che nel campionato a girone unico non era riuscito mai a nessun altro. La striscia dei bianconeri si fermò infatti a nove e a interromperla fu il Milan di Carlo Ancelotti. La Roma punta invece ad arrivare ancora più su, vincendo magari pure domenica prossima a Torino per agganciare il Tottenham di Bill Nicholson, che nel 1960 di gare ne vinse 11, portando a casa a fine stagione il «double» (campionato e Fa Cup).
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Nuova mossa di Garcia: dopo la grande impresa tutti a cena all’Olimpico
(Gazzetta dello Sport – A.Pugliese) Gli annali della storia del calcio ora vanno riscritti, la Roma di Rudi Garcia ha frantumato anche la Juventus di Fabio Capello, quella del 2005-06.
STRISCIA D'ORO «E’ una striscia fantastica, ma non abbiamo tempo di godere troppo - dice a fine gara Rudi Garcia -. Abbiamo un giorno di riposo in meno del Torino, ogni minuto è importante per recuperare». Già, ed anche per questo ieri la Roma è rimasta a cena proprio all’Olimpico, senza il classico «rompete le righe» del post-partita. «Le feste sono per i tifosi, il calendario ci pone qualche difficoltà e abbiamo poco tempo per recuperare - aveva detto prima della partita il d.g. Mauro Baldissoni -. E’ un piccolo accorgimento, sappiamo che così i giocatori mangiano bene e andranno a dormire presto». Concetto ribadito anche da Garcia: «E’ solo per preparare nel modo più giusto la partita di domenica». Intanto, però, la Roma mantiene i 5 punti di vantaggio sulle inseguitrici e porta a 11 i punti di vantaggio sul quarto posto. «Dopo i successi di Juve e Napoli era importante vincere, anche se per me la cosa più importante sono proprio gli 11 punti sul quarto posto».
MOU SI O NO? A Torino, ora, la Roma mancherà di Castan in difesa, ma recupererà Gervinho davanti e, probabilmente, confermerà Borriello al centro dell’attacco, dopo il gol di ieri sera. «Io in Marco ci credo, lui ha il gol nel sangue - dice Garcia -. Stavolta era difficile giocare da punta centrale, un centravanti dipende dalle palle che arrivano e che producono gli altri e noi dobbiamo offrire a Marco palloni di maggiore qualità. Mi preoccupa il fatto che non abbiamo molti cambi per l’attacco, stavolta i tre cambi avevano in tutto quasi 60 anni e poca esperienza». E infatti la giocata vincente è arrivata nello stretto, quando Florenzi ha dialogato con Ljajic. «Senza Gervinho ci è mancata un po’ di profondità, in più sappiamo che Totti è unico a far giocare gli altri. Ma ho una squadra intelligente che sa adattarsi e non sono d’accordo con il fatto che Dodò e Marquinho siano andati male, il gol è merito anche del loro lavoro. Ma quando non riusciamo a servire la punta, davanti dobbiamo saper giocare stretti». E a chi gli continua a fare il paragone con Mourinho, Garcia risponde schivo. Così: «Ma no, io non ho ancora fatto niente qui in Italia». Oddio, niente niente no. Da ieri è nella storia del calcio italiano, nessuno era riuscito ad arrivare fin lassù, come ha fatto lui.
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