Mettetevi nei panni di Francesco Totti e provate a decidere cosa regali più brividi, se l’idea di diventare l’unico calciatore della Roma a vincere due scudetti o la pazza idea di divertirsi in Champions a 38 anni. Ecco: Totti sceglie per non scegliere. Si gestisce — e sarà gestito da Rudi Garcia — proprio per godersi tutte e due i fronti, la destra e la sinistra, la Serie A e l’Europa, l’avversario Juventus e pure il Bayern Monaco. L’idea è già chiara, nella testa del numero 10 e del suo allenatore: i due, tra l’altro, ne hanno anche parlato. E sarà messa in pratica subito, perché non c’è tempo da aspettare. La vita è adesso, le partite ogni tre giorni iniziano subito.
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Non tutte per Totti. Meno Serie A, più Champions. Garcia vara il piano-capitano
L’idea è già chiara, nella testa del numero 10 e del suo allenatore: i due, tra l’altro, ne hanno anche parlato. E sarà messa in pratica subito, perché non c’è tempo da aspettare.
ALTERNANZA Empoli sabato, Cska Mosca mercoledì 17: difficile immaginare Totti in campo dall’inizio sia per l’una sia per l’altra partita. Il piano è questo, almeno se le nazionali restituiranno tutti in buone condizioni: panchina in campionato, titolare in Champions.
Quella Champions che Totti definisce «il vero sogno, anche se ormai i tempi sono stretti...». Quella Champions che gli manca dal 16 febbraio 2011, tre anni e mezzo, una vita e forse pure di più anche per uno abituato a segnare gol da 20 anni. Ma gli obiettivi coincidono: da una parte il numero 10, dall’altra Garcia. Che non vuole rinunciare all’idea di schierare un Totti che sia sempre il più possibile vicino al top della condizione, specie nelle partite con i grandi avversari e in quelle all’Olimpico. E magari pure per dar ragione al Cies, il centro internazionale di studi sullo sport, che da Neuchatel ieri ha pronosticato la Roma vincitrice del campionato.
STRATEGIA VINCENTE Chissà se tra la variabili inserite nello studio c’è anche la profondità della rosa di Garcia. Il turnover del resto è un’arma che può risultare decisiva nelle mani dell’allenatore. Ma a volte diventa anche un’esigenza tecnica e fisica, specie se non si hanno a disposizione troppi giorni per recuperare tra un match e l’altro. Totti lo sa. E per gustarsi la Champions — e magari arrivare fresco in primavera per la lotta scudetto — è pure disposto a rinunciare a qualche gol in campionato, specie nei match lontano dal giardino di casa dell’Olimpico. In fondo basta rileggere la storia della scorsa stagione per avere un antipasto di quello che sarà il prossimo mese della Roma. Sette partite fino al 5 ottobre, un giro di ruota ogni tre giorni. Non per Totti, che sui tre impegni a settimana ne giocherà solo uno per intero e l’altro per due terzi. Il primo Garcia, quello 2013-14, solo una volta ha messo in campo il capitano dall’inizio per due gare a distanza di 4 giorni: è accaduto a febbraio, il 5 per un’ora contro il Napoli in Coppa Italia e la domenica successiva nel derby. Il 12, per il ritorno al San Paolo, Totti partì dalla panchina. E così è sempre stato per tutti gli altri turni infrasettimanali, gestiti mirando l’avversario in cui le giocate del numero 10 sarebbero servite di più. Una scelta che oggi Garcia è pronto ad accentuare. Perché forse sarà pure difficile da digerire per uno che di partite alla settimana vorrebbe farne sette. Ma a 38 anni una panchina in più può allungare la vita, oltre che la stagione della Roma.
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