La Roma sembra avere trovato un centravanti da scudetto. I 7 gol in 8 partite di campionato, infatti, dichiarano come Dzeko – non a caso capocannoniere – nell’ultimo periodo abbia trovato anche quella concretezza che spesso gli era mancata, come scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.
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Non solo Dzeko. La Roma prepara l’assalto al cielo
Il centravanti divenuto capocannoniere, la crescita dei rincalzi, i progressi dietro: così Spalletti sfida la Juve
Tutto questo ancora non soddisfa Spalletti, che persino dopo la doppietta del San Paolo ha dichiarato come voglia «più veleno, più cattiveria» da Dzeko, ma i progressi paiono indiscutibili.
La seconda notizia rassicurante viene dalla panchina. Da questo punto di vista hanno dato dei segnali di esistenza in vita più che interessanti. L’«oggetto misterioso» Fazio è diventato centrale «di piede» nella difesa a tre, Emerson è stato rispolverato in un momento delicato e Paredes è parso essere diventato maturo per avere le responsabilità del centrocampo. Se pensiamo che persino a Gerson è stato permesso il lusso dell’esordio in campionato in una partita delicata, forse il futuro autorizza leopardiane «magnifiche sorti e progressive».
Se la Roma guarda tutti dall’alto sul fronte dei gol segnati (19 contro i 17 della Juve), è la difesa a dover crescere, visto che le reti subite (10) la collocano a metà classifica e nulla più.
Logico che la squadra di Spalletti sarà sempre a trazione anteriore, ma meglio coprirsi bene. Un esempio? Nel 1982-83 il duello tra Roma e Juve vide i giallorossi avere la difesa migliore (24 gol subiti a 26) e l’attacco peggiore (47 a 49) rispetto ai bianconeri, ma fu abbastanza per vedere fiorire il secondo scudetto. Domanda: si fa ancora in tempo a cambiare pelle?
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