La domanda che si fanno tutti è quasi banale, apparentemente dolcissima, ma con un retrogusto un po' amaro: dove sarebbe la Roma se, al posto di De Rossi, fosse arrivato subito Ranieri? Come scrive Alessandro Vocalelli su La Gazzetta dello Sport, un interrogativo che, parere strettamente personale, contiene un errore di base. Perché, per la Roma, sarebbe stato molto più utile continuare con DDR che, in pochi lo ricordano, era comunque reduce da due pareggi in casa di Juventus e Genoa. Ma se quella era la decisione, sarebbe stato molto più utile-e produttivo-puntare subito sull'uomo giusto al posto giusto. Già, perché nel calcio che tutto discute, esistono ancora alcuni dati oggettivi. E quello che è successo, sta succedendo, dall'arrivo di Claudio Ranieri, è sotto gli occhi di tutti. Un ritmo da Champions. Senza contare le difficoltà con cui ha dovuto fare i conti all'inizio. In meno di 100 giorni, Ranieri è riuscito a trasferire la sua credibilità a un ambiente che faticava terribilmente a riconoscersi. Con lui si è rivisto Hummels, Angelino ha ripreso il suo ruolo, è stato rilanciato Paredes, Dybala ha cominciato a giocare con una continuità sconosciuta. Tutto questo è stato finora possibile perché Ranieri ha messo tutta la sua credibilità, tutte le sue conoscenze, al servizio della sua Roma. Non limitandosi, come si tende a far credere, a portare saggezza, buon senso, relazioni migliori. Perché l'uomo è fondamentale, ma di più- ancora di più - l'allenatore. Provando, tra campionato e Coppa, a riconquistare così quel posto europeo che sarebbe fondamentale anche per il prossimo anno. L'obiettivo dell'allenatore e del dirigente. Vale doppio per Claudio Ranieri.
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La Gazzetta dello Sport
Non è solo buon senso: Ranieri grande tecnico moderno
Se la Roma viaggia ad un ritmo da Champions, il merito è del 73enne allenatore, delle sue conoscenze e delle sue doti nel migliorare gli uomini e il gioco. Se fosse arrivato prima
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