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Non c’è solo Tammy: da Celik a Zaniolo tanti devono crescere

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Le parole di Mourinho scuotono la Roma. Lo Special One chiede di più, non solo da Abraham

Redazione

In una piazza come quella giallorossa, scrive Massimo Cecchini sulla Gazzetta dello Sport,  le parole di JoséMourinho hanno acceso una polveriera. Chi sono quei calciatori che si sono seduti, che si sono involuti, che non hanno fatto il salto di qualità, semplicemente che non hanno la stessa sconfinata ambizione del loro allenatore? Il primo indiziato è Tammy Abraham che pensa, probabilmente, troppo al Mondiale. Ma gli altri? Oltre ai sommersi ci sono i salvati sicuri, ovvero Smalling, Mancini e lo stesso Ibanez, che il portoghese ha difeso a spada tratta. Finora Mourinho ha complessivamente difeso il proprio gruppo. Quindi, se ha fatto questa sparata è perché sente che l'inerzia sta cambiando. Cosi, se in porta c'è un fedelissimo come Rui Patricio e i titolari sono intoccabili, in difesa ha fatto scalpore la totale scomparsa dalle rotazioni di Kumbulla. Nelle ultime partite il tecnico ha preferito adattare a centrale Vina e Celik piuttosto che dare fiducia all'albanese. Lo stesso Celik non ha mai messo in seria discussione il posto di Karsdorp, che già di per sé non sta brillando. Di sicuro l'olandese, complice i problemi fisici, il salto di qualità non lo ha ancora fatto. Stessa cosa, manco a dirlo, si potrebbe affermare per Vina. Per quanto riguarda il centrocampo, tutti sono chiamati a stringere i denti per il troppo utilizzo. Certo, non sempre le prestazioni di Cristante e Matic sono state brillanti, ma di sicuro non è loro che Mourinho vorrebbe scaricare. Forse si aspettava una crescita più rapida di Bove, che è stato superato prima da Zalewski e ora da Volpato nella crescita, ma il baby non può essere certo messo sul banco degli imputati. Passando alla zona d'attacco, escludendo ovviamente Dybala, i candidati crescono. Zaniolo ha alternato ottime cose e pause troppo vistose, mentre Shomurodov non è riuscito ancora a giustificare il suo acquisto. El Shaarawy ha le stimmate del fedelissimo, ma la crescita naturalmente è un'altra cosa. Cosi, se Belotti, appena arrivato, non fa parte di quelli a cui chiedere una crescita post-Conference, resta però una impressione forte: per questa volta lo Special One non ha indicato nomi precisi, ma se le cose dovessero peggiorare, le sue verità potrebbero venire fuori. E allora i processi potrebbero essere pubblici. In quel caso, si salvi chi può.