Noemi: «Roma per tutta la vita. Totti? Un uomo leale»

(Gazzetta dello Sport - G.Mancini) Capelli rossi, struccata, allegra, Noemi, avvolta in un maglione verde, è una carica d'energia.

Il Festival di Sanremo si avvicina e l'artista romana non vede l'ora di salire sul palcoscenico. Dopo il quarto posto del 2010, canterà «Sono solo parole», un brano sull'incomunicabilità scritto da Fabrizio Moro. «Parla delle relazioni tra gli essere umani, del rapporto a due: siamo tutti su Facebook e Twitter, ma non ci si parla veramente».

E nella sua Roma che cosa cambierebbe? «A me piace così, un bel mix tra ragazzi romani e giocatori stranieri”. Alza il braccio, stringe il pugno come se fosse in curva e grida al discografico Diego Quaglia, interista: «Ve ne abbiamo dati quattro!». Poi scoppia a ridere. Com'è nata la passione? «Mio padre è un tifoso esagerato. Invita gli amici a casa a guardare la partita, sempre gli stessi, e stanno tutti in religioso silenzio, ma se la Roma segna arrivano grida come se stessero ammazzando qualcuno. Se si aggiunge uno nuovo e la Roma perde… viene bandito per sempre. E mia madre, juventina, non può entrare sennò gufa…». Finalmente De Rossi ha firmato… «Me l'aspettavo. Lui è come Totti, uno “de core”. E' cresciuto nelle giovanili, ha una forte romanità. Uno tosto che si fa rispettare”.

E di Totti che cosa la colpisce di più? «La lealtà, che non va molto di moda. Non si è mai venduto». Per vincere lo scudetto entro due anni che cosa farebbe? «Non mi spoglierò, non sarebbe un premio. Il bagno nel Tevere no, si rischia troppo… ecco, semmai mi faccio i capelli giallorossi!».

Che cosa non le piace di una partita in tv? «Le telecamere negli spogliatoi. Nessuno se può rilassà… si vede che sono tutti rigidi, non naturali. Prima di un incontro bisogna stare concentrati. Vasco prima di un concerto si chiude in camerino e non entra nessuno». Una sua canzone da dedicare alla Roma? «Per tutta la vita» (...)