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Nela: “Gli errori degli arbitri non spiegano tutti i limiti”. Delvecchio: “Mou non è un mago”

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I due ex giallorossi giudicano il momento della Roma di Mourinho

Redazione

"Chiariamo subito che un allenatore come Mourinho, grazie alla sua esperienza, è una valore aggiunto per qualsiasi squadra. Può mettere un gruppo in condizione di scalare un paio di posizioni in classifica, però in questo momenti ci sono giocatori come Zaniolo, Abraham o Mkhitaryan che stanno rendendo meno rispetto alle loro capacità. C’è da studiare le soluzioni migliori per farli lievitare al più presto" ha detto Sebino Nela intervistato da Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Lo Special One è spesso molto critico nei confronti della classe arbitrale: può bastare questo per spiegare le difficoltà della squadra giallorossa nelle ultime settimane? "Credo che parlare degli arbitraggi sia anche un modo per spostare il problema. Se chiedessimo a tutte le squadre di serie A se sentono di avere dei punti in meno a causa delle le decisioni dei direttori di gara, probabilmente tutte quante risponderebbero di sì. I nodi sono anche altri". Come giudica la rosa che il tecnico ha attualmente a disposizione? "Più o meno è la stessa squadra della scorsa stagione, avendo però uno Spinazzola in meno e uno Zaniolo in più. A mio parere, dovrebbe cercare di recuperare qui giocatori che aveva accantonato e provare ad avere una gestione delle seconde linee simile a quella che sta avendo Spalletti nel Napoli". Marco Delvecchio, che ha vissuto Fabio Capello che, il primo anno, incontrò qualche difficoltà e poi vinse lo scudetto, intervistato da Chiara Zucchelli, dice la sua su Mourinho: "Ci sono allenatori che non solo vanno aspettati, ma di cui vale la pena fidarsi, anche quando ci sono momenti difficili come può essere questo, anche se nulla è perduto e la Roma è ancora quarta in campionato". E Mourinho, per lei è uno di questi? "Certo, per lui parla la carriera. Io comprendo che ci sia un po’ di frustrazione, perché la Roma non vince da tanto e c’è voglia di tornare a farlo subito. Arriva uno come Mourinho e pensi immediatamente: ora ci siamo. Ma anche lui non ha la bacchetta magica, ha bisogno di tempo e di giocatori. Noi eravamo una buona squadra il primo anno, non vendemmo nessuno, e poi, con l’arrivo di Batistuta, Emerson e Samuel sapete come è andata a finire: con lo scudetto".