Sua sorella Riana ancora non ci è mai tornata («Ho paura dell’aereo»), per lui invece sarà la seconda volta in tutta la sua vita, dopo quella di due estati fa. Di certo, però, c’è che oggi pomeriggio (nel giorno del 32° compleanno di Daniele De Rossi) quando Radja Nainggolan sbarcherà con la Roma a Giacarta l’entusiasmo sarà alle stelle. Basti pensare proprio a quelle due estati fa, quando il «ninja» è stato accolto come un re. Esattamente come il suo nome, Radja, che in indonesiano vuole dire proprio questo. E cioè re. «Ma è un nome che mi è stato attaccato, che non mi sono scelto e che dovrò portarmi appresso per sempre. Ma per me non significa niente, io mi sento una persona umile», ha detto tempo fa.
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Nainggolan torna a casa. A Giacarta è Radjamania
«Sono emozionato all’idea che la Roma sia in Indonesia, una nazione bellissima — ha detto Radja — Due anni fa l’ho visitata per la prima volta e me ne sono letteralmente innamorato. Mi ero ripromesso di tornarci presto, lo stile di vita...
LUI E GIACARTA - Sarà Radjamania, dunque, in questi giorni indonesiani. I bambini muoiono dalla voglia di vederlo dal vivo, lui e la sua cresta, proprio come l’Indonesia, che magari avrebbe sperato che Radja scegliesse la sua nazionalità piuttosto che quella belga. In serata terrà anche una conferenza attesissima da tutti i media nazionali, lui che da queste parti è considerato un po’ la stella cometa di un futuro lontano. «Sono emozionato all’idea che la Roma sia in Indonesia, una nazione bellissima — ha detto Radja — Due anni fa l’ho visitata per la prima volta e me ne sono letteralmente innamorato. Mi ero ripromesso di tornarci presto, lo stile di vita indonesiano mi ha sempre incuriosito e ne sono rimasto molto colpito». Già, perché Radja poi ha i tratti somatici tipici dell’orientale. Suo papà Marianus andò via di casa a 5 anni, lasciando da soli lui, Riana e mamma Lizy, scomparsa quando Radja aveva 20 anni. «Di mio padre ricordo l’aspetto, mi ha cercato quando ero diventato calciatore. Facile, troppo facile — le parole mesi fa di Nainggolan — Di una cosa lo ringrazio, di essere stato il primo a mettermi un pallone tra i piedi, al parco ad Anversa. Due anni fa, in Indonesia, si è ripresentato. È credente, è convinto che Dio lo perdonerà per quel che ha fatto. A me non interessa, per me Dio non esiste. E io non posso proprio perdonarlo».
A CACCIA DI TIFOSI - L’Indonesia, insomma, sarà tutta ai suoi piedi, re o no che sia. E lo si vedrà anche domani, quando a Giacarta la Roma si esibirà in una manifestazione che prima doveva essere una partita contro il Persija Jakarta, poi è diventata una sorta di mini-show. Del resto, la Roma da queste parti aveva programmato di venirci già da tempo, addirittura due stagioni fa, quando poi l’infortunio muscolare contro il Napoli di Francesco Totti complicò un po’ tutto, facendo saltare la tournée prevista da lì a poco, per il mese di novembre. Ora ci torna con il cuore in mano, perché sa che qui ci sono tanti tifosi attuali e anche futuri. E perché Nainggolan, da questo punto di vista, a queste latitudini vale un po’ quello che proprio Totti vale all’ombra del Colosseo. «Forse hanno scelto la Roma per questa manifestazione perché i tifosi giallorossi sono coinvolgenti o perché la città di Roma è affascinante», ha detto Radja al momento dell’ufficializzazione. A prescindere dal motivo reale, c’è di certo che in questi ultimi giorni prima di tornare a lavorare a Trigoria la Roma vivrà sicuramente in un’atmosfera elettrizzante. Un po’ per la presenza di Totti e De Rossi, un po’ per i ritorni di Strootman e Castan, un po’ per Gervinho e Pjanic. Ma molto, quasi tutto, proprio perché ci sarà Nainggolan. Che poi si senta davvero un re o meno, alla fine quasi non conta...
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