rassegna stampa

Nainggolan sui gay: “Nel calcio esistono ma si vergognano di ammetterlo”

Le verità del belga: "Uscirò dal calcio, non sono un angelo: quando hai 5 donne attorno come fai?"

Redazione

Tra ozio, donne e gay. Sono le ultime confessioni "private" di Radja Nainggolan riportate da La Gazzetta dello Sport. Ad iniziare da questa: "I gay nel calcio ci sono, solo che non dicono di esserlo, si vergognano. Ammetterlo vorrebbe dire essere morti (detto in senso metaforico, ndr ). Chi ammettesse di essere gay non sarebbe poi più a suo agio all’interno dello spogliatoio, perché il calcio è noto per l’abbinamento con le belle donne". Già, le belle donne, quello che poi è il centro del resto del video postato dal sito di Het Laatste Nieuws. Nainggolan ha consegnato i suoi pensieri a Gert Late Night, il talk show di Vier (canale televisivo fiammingo) condotto da Gert Verhulst e James Cooke. Proprio sull’attenzione femminile nei suoi confronti Nainggolan si è espresso così: "Tutte le donne mi vogliono, è vero, è un pensiero che mi sbattono in faccia. A volte è difficile dire di no. Mia moglie? Devi negare fino alla morte, certe cose non puoi certo renderle pubbliche. Se fai una passeggiata o vai ad una festa e improvvisamente vieni circondato da cinque donne che cosa fai? Insomma, non sono certo un angelo, la cosa importante però è non far uscire mai nulla...". Poi il passaggio sul futuro: "Se dovessi smettere con il calcio oggi, uscirei sicuramente da questo mondo. Non voglio fare l’allenatore, per esempio. Voglio solo uscirne e non fare sostanzialmente niente". Infine una polemica, quella con Wesley Sonck, ex centravanti del Belgio e di Ajax, Borussia Mönchengladbach, Genk e Bruges. "Sonck sostiene che non posso vincere alcuna partita – conclude il centrocampista della Roma –. Adesso lavora per la federazione, è normale che dica queste cose. Ho sempre detto: dentro il campo vivo la mia vita da professionista, fuori come una qualsiasi persona normale. Ma penso che gli ex giocatori non dovrebbero mai parlare di quelli in attività. È una cosa spesso ipocrita, che non corrisponde alla realtà".

(A. Pugliese)