Di fatto, una sentenza. In Europa e in giallorosso, poco cambia. Perché da una parte Romelu Lukaku ieri ha allungato a 13 la sua striscia record di partite consecutive con gol in Europa League e dall’altra ha segnato il quinto gol in sei partite da titolare con la Roma (e sarebbero stati addirittura sei senza quel gol annullato per fuorigioco a Genova), scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport.
La Gazzetta dello Sport
Mourinho resta cauto: “Serve tempo per essere al top”
Aveva ragione Mourinho quando alla vigilia ha detto che Lukaku ha bisogno di giocare. Perché anche ieri è stato il punto di riferimento dei giallorossi, che su di lui si appoggiano sempre. Ieri in coppia con Belotti. Un attacco diverso rispetto a quello che preferisce Mou, che cerca di giocare sempre con un centravanti e un attaccante di raccordo. "Il primo tempo non mi è piaciuto niente, neanche loro due – dice il tecnico giallorosso -. Poi meglio. Quando giochiamo con le due punte ci manca la creatività, quello che si abbassa e fa la connessione. Loro sono due attaccanti puri, ci danno presenza fisica in area, se i quinti gli offrono le palle giuste sono due giocatori che hanno gol. Ma una cosa è giocare con Dybala e un’altra senza. Pellegrini? Ha un grande potenziale, ci dà fantasia, ma la sua storia clinica è questa. A centrocampo ancora non abbiamo trovato solidità. Ma siamo senza Sanches e con Cristante che deve giocare dietro. Paredes ci dà sicurezza, Bove deve migliorare negli spazi corti e Aouar fa fatica a crescere nella nostra direzione. Ci serve tempo".
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