È una storia che parte da lontano, come quelle saghe familiari in cui c’è un ragazzo che sogna e a un certo punto si volta indietro, valutando con un sorriso ciò che ha realizzato, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. José Mourinho ci ha messo quasi un ventennio per costruire il piedistallo internazionale della sua fama, ma non è adesso il momento giusto per guardarsi alle spalle. Il presente, infatti, è un’ossessione, e quel presente adesso di chiama Roma-Leicester, la porta d’accesso alla ottava finale europea della sua carriera, cinque delle quali finite in trionfo. Questa straordinaria cavalcata, che domani sarà santificata da un Olimpico tutto esaurito, ha avuto inizio esattamente un anno fa, il 4 maggio 2021, quando il club giallorosso annunciò al mondo, l’ingaggio dell’allenatore portoghese per cominciare un progetto triennale. Un progetto che portava con sé l’onere e l’onore di alimentare la leggenda destinata a muoversi per sempre insieme allo Special One. Perciò, a dispetto della logica, probabilmente nessun tifoso giallorosso può dirsi molto sorpreso dall’essere arrivato a un passo dalla finale di Conference.
La Gazzetta dello Sport
Mourinho, mister di Coppa: vincere per inseguire con la Roma l’ottava finale europea
Con Porto, Inter, Chelsea e United, ha giocato 7 finali internazionali, vincendo 4 trofei: due Champions, una Uefa e una Europa League
L'Europa League vinta con lo United nel 2017 è stato l’ultimo trofeo in assoluto vinto dallo Special One, che in la stessa estate, l’8 agosto 2017, perse la finale di Supercoppa Europea contro il Real Madrid, capaci di battere i “red devils” per 2-1. A distanza di meno di cinque anni, la caccia è pronta a ricominciare, a patto che le “volpi” del Leicester lascino domani la loro pelliccia all’Olimpico. Per non lasciare nulla d’intentato, come suo costume Mourinho sta curando tutti i particolari, dalla battuta dei calci d’angolo ai penalty, visto che non si può escludere una conclusione oltre il novantesimo. La lista? Abraham, Pellegrini, Zaniolo, Oliveira, Veretout e Cristante. Una cosa è certa: lo Special One sa come si va in finale. Lo dimostra il fatto che, complessivamente, il tecnico portoghese ne ha giocate 25 – fra nazionali e internazionali – vincendone ben 17. Adesso, però, c’è ancora una volta l’Europa che lo attende e Mou è pronto a salire sull’ottovolante.
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