Anche al termine di un pareggio spento José Mourinho riesce ad accendere i riflettori, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Con due concetti chiave: rigore non dato e rosa della Roma inadeguata a lottare in campionato e in Europa League. "C’era un rigore gigante per un fallo su Ibanez (manata di Lykogiannis, ndr ). Orsato non mi ha detto niente. Gli piace venire da me per avere la telecamera, ma lo vorrei ancora perché è uno tecnicamente bravo". Il secondo concetto chiave arriva quando gli chiedono della zona Champions. "I tifosi mi devono stare a sentire. Lo dico da due o tre mesi, anche quando eravamo al secondo-terzo posto. Noi non abbiamo il potenziale per due competizioni e non abbiamo fatto scelte. Comunque andrà, secondo me la nostra stagione è fantastica, è nei limiti di questa squadra". In ogni caso lo Special One è sicuro: "Potevamo più vincere che perdere, nonostante i tanti giovani in campo. Ho sempre avuto la fama - sbagliata - di non far giocare i giovani, invece l’ho fatto sia al Real Madrid che al Manchester United. Alla Roma sono obbligato perché non abbiamo la rosa. Quando sono arrivato Zalewski e Bove giocavano sul campo di plastica di Trigoria e ora sono in Serie A. Ne ho messi in campo 16 in due anni". Con l’ex allievo Thiago Motta baci e abbracci. Dice il tecnico del Bologna: "La Roma ha scelto di mettersi indietro. D’altronde prendono pochi gol perché sono capaci di segnare e far finire la partita lì. Arnautovic? Sono contento della prestazione di tutta la squadra, alla fine potevamo anche vincere con Zirkzee".
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