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La Gazzetta dello Sport

Mourinho frena il Napoli. Osimhen al palo

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La capolista si ferma dopo 8 vittorie di fila, giallorossi rabbiosi dopo l’euro-disastro: all’Olimpico tanta intensità e gioco a sprazzi

Redazione

Il Napoli si ferma a otto vittorie consecutive e il Milan lo raggiunge in cima alla classifica, a quota venticinque, ma per l’ex capolista solitaria lo zero a zero è accettabile. Perché la Roma, scrive Sebastiano Vernazza su La Gazzetta dello Sport, ferita dal 6-1 di giovedì in Norvegia, aveva la rabbia in corpo, e non è mai facile misurarsi con avversari tarantolati, disposti a tutto pur di non cedere. E perché il pari senza gol era scritto nella legge dei grandi numeri: l’ultimo zero a zero all’Olimpico tra Roma e Napoli risaliva al febbraio del 1980, quarantuno anni fa. Molta lotta e gioco a sprazzi; intensità sì e bellezza così così: è la sintesi estrema dei novanta minuti. La Roma non poteva perdere, il Napoli non era obbligato a vincere. José Mourinho ha lasciato fuori cinque “reprobi norvegesi”: Kumbulla, Diawara, Villar, Mayoral e Reynolds. Una decisione legittima, però svalorizzante e non sappiano quanto finalizzata al recupero dei "colpevoli". Gli allenatori sono finiti tutti e due fuori dall’aula, espulsi per cattiva condotta, Mourinho nella ripresa e Spalletti a partita chiusa. Il tecnico del Napoli è stato insultato dalla Curva Sud per l’annosa questione Totti, una irrisolvibile guerra di religione. Gli ultrà giallorossi lo offendevano e Spalletti alzava il braccio a mo’ di saluto. Schermaglie attese, inevitabili. Mourinho ha giocato il match che meglio gli riesce, l’incontro di rottura. Ha lasciato al Napoli il possesso palla (62% a 38% per gli “spallettiani”) e ha tenuto un baricentro medio molto basso, a poco meno di 48 metri. Una strategia finalizzata al depotenziamento di Osimhen, il centravanti spauracchio. Mou gli ha prosciugato il mare in cui nuotare, la profondità. C’era pochissimo campo dietro Mancini e Ibanez, i centrali che si alternavano nell’azzannare il nigeriano. Nonostante tanta attenzione, Osimhen ha combattuto e ha colpito un palo, in spaccata e in compartecipazione con Mancini, e la parte alta della traversa con un colpo di testa. Alla Roma non è riuscita la seconda parte del piano, la finalizzazione di un contropiede o di una palla inattiva. I giallorossi hanno goduto di due grosse opportunità, ma Abraham e Mancini si sono soltanto avvicinati al gol.