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Mourinho contro tutti: Lega, arbitri, stampa e club. Roma chiusa nel suo fortino

Mourinho contro tutti: Lega, arbitri, stampa e club. Roma chiusa nel suo fortino - immagine 1

In campo deve vendicarsi del Bodo. Fuori si infiamma per tanti aspetti...

Redazione

Lui e la Roma da una parte, il resto del mondo dall’altra, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport E fuori dal suo di mondo, dove bisogna stringersi e compattarsi. José Mourinho da qualche settimana ha deciso di alzare l’asticella e anche un po’ il tiro, non appena si è reso conto che le difficoltà stavano aumentando, complice anche qualche sconfitta di troppo. Del resto, ha sempre fatto così e spesso e volentieri i risultati gli hanno dato ragione. Le sue battaglie sono iniziate pure a Roma. Messaggi alla Lega (con la questione dell’inno), agli arbitri e alla stampa, anche alla società, da cui si aspetta una mano a gennaio. Insomma, è di nuovo Mou contro tutti, per costruire il fortino a protezione della Roma. Proprio mentre stasera andrà a caccia di una vittoria con il Bodo che gli ridia il primo posto nel girone di Conference e cancelli l’onta più grave della sua carriera, il 6-1 dell’andata. Ieri Mou non ha voluto rispondere a domande sul campionato italiano (tranne poi farlo più avanti) o sugli arbitri: "Parlo solo del Bodo e della Conference". Poi, però, nel pomeriggio ha postato una doppia foto su Instagram (che trovate sotto) con cui ha parlato eccome, pungendo ancora una volta gli arbitri. Da quando è tornato in Italia, ha avuto da ridire con le giacchette nere in 4 partite: Udinese (espulsione di Pellegrini), Lazio (mancato rigore su Zaniolo), Juventus (gol non concesso ad Abraham e rigore di Veretout non ripetuto) e Milan (rigore concesso ad Ibra e non a Pellegrini). Sempre con atteggiamenti forti, che ai vertici arbitrali piacciono poco. Fino al «non parlo altrimenti mi squalificano» di domenica. Un cliché già usato con Chelsea, Inter, Real Madrid e Manchester United. Fa parte della strategia, del volersi creare intorno un mondo di nemici per sentirsi più forti dentro, nel gruppo. Ed in questo progetto non poteva mancare la polemica con la stampa. Incensata dopo il derby (quando litigò con i delegati della Lega, "voglio parlare con i giornalisti, non rispettate il loro lavoro"), cattiva pochi giorni fa. "Ho capito perché Roma è la piazza più difficile, qui si cerca sempre l’aspetto negativo. Perché non si sottolinea che abbiamo 6-7 giovani in panchina?". Perché è stato lui stesso a lamentarsene in precedenza, quando sottolineava la mancanza di alternative valide in certi ruoli. Quelli che si aspetta che Tiago Pinto riesca a coprire presto (pure la scelta degli epurati è un messaggio ben chiaro: attenzione, però, oggi potrebbero tornare in panchina). Il club è con Mou, considerato quasi una musa ispiratrice. Tanto che anche nel comunicato contro il razzismo di martedì la Roma ha condannato ogni forma di discriminazione, facendo però intendere tra le righe come non sia d’accordo con la squalifica (sospensione) della curva per i cori a Ibrahimovic.