Dodici giorni in Portogallo, per preparare al meglio la seconda Roma di José Mourinho scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Tra l’ansia per lo sbarco di Dybala, la rabbia per il brutto infortunio occorso a Darboe e la voglia di mettere insieme il prima possibile tutti i pezzi di un puzzle che dovrà essere bellissimo. Almeno così se lo immagina il tecnico portoghese, che con questa squadra vuole tornare in Champions League. E, magari, dare anche l’assalto ad un’altra coppa, dopo la vittoria della Conference. Ma cosa c’è nella testa di Mou al suo ritorno a Roma? Proviamo a capirlo reparto per reparto.
La Gazzetta dello Sport
Mou vuole l’accelerata. La Roma getta la maschera: servono gol e idee in mediana
Detto che Rui Patricio è il titolare indiscusso, Svilar è parso incerto almeno in un paio di gol, il 3-2 con lo Sporting e quello subito con il Nizza. Il perno della difesa per Mourinho resta Smalling, già affidabile, come sempre. E con lui Mancini, che però deve abbassare i giri della “garra” (anche in Portogallo un paio di ammonizioni inutili). A intermittenza, invece, Ibanez. A sinistra Mou è copertissimo, la coppia Spinazzola-Zalewski lascia all’allenatore l’imbarazzo della scelta. A destra invece Celik deve ancora capire tante cose, si partirà con Karsdorp che è molto più rodato. Discorso a parte per Vina: diventato la terza scelta come terzino sinistro, Mourinho l’ha provato come difensore centrale. Esperimento fallito, almeno per ora.
Ad oggi la coppia titolare sembra quella composta da Matic e Cristante, anche se i due sono simili, monopasso, senza cambio di ritmo. Matic sta lavorando più in regia, Bryan cerca di cucire meglio i reparti. Ma serve un centrocampista di rottura, che sappia anche andare. Wijnaldum andrebbe benissimo, ma potrebbe bastare anche il miglior Veretout, quello visto fino all’inizio della scorsa stagione. Quello visto in Portogallo, invece, è ancora quello un po’ sgonfio degli ultimi mesi dello scorso anno. Meglio invece Bove, che dopo esser stato provato un paio di volte da difensore centrale ha dimostrato di avere qualità anche per guadagnarsi minuti.
Mourinho qui riparte da una certezza assoluto, Lorenzo Pellegrini. Il capitano è sembrato già su di giri, rodato per un’altra stagione da protagonista assoluto. Lui e Dybala saranno gli uomini deputati a regalare fantasia alla squadra, oltre che dividersi il compito dei calci da fermo (punizioni e rigori). Abraham invece è sembrato ancora imballato, probabilmente anche a causa del fisico. Finora non ha ancora mai fatto gol, ma l’importante è che inizi a farli quando contano davvero. Due reti, invece, le ha segnate Zaniolo a Sunderland e Portimonense, dimostrando di potersi sicuramente fare meglio delle 8 reti della scorsa stagione. Dovesse rimanere, da lui Mou si aspetta sicuramente un maggior contributo in termini di gol. Anche perché in Portogallo sono state provate sempre le due punte, per aumentare il peso offensivo della manovra giallorossa. Bene El Shaarawy, indietro il terzetto composto da Perez, Shomurodov e Felix. L’impressione è che Mourinho si sia convinto che serva un attaccante di riserva che dia il cambio ad Abraham, perché gli altri non sembrano offrire garanzie di gloria. Da oggi però Mou tornerà a lavorarci su, stavolta in quel di Trigoria. Con un occhio al campo e uno al mercato.
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