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La Gazzetta dello Sport

Mou l’istrione al centro del dibattito standone fuori…

Mou l’istrione al centro del dibattito standone fuori… - immagine 1
Il tecnico giallorosso ha capacità comunicative come pochi nel mondo del calcio
Redazione

Dobbiamo dirlo: è davvero il più bravo di tutti. Non solo per la sua fenomenale carriera, in cui ha vinto tutto, ma anche per la capacità di organizzare il menù, scrive Alessandro Vocalelli su La Gazzetta dello Sport. Decidendo il piatto forte da offrire. E anche stavolta, da questo punto di vista, José Mourinho non ha assolutamente deluso. Anzi, come uno chef di prima grandezza ha addirittura organizzato un pasto completo, con quattro portate. L’attacco a Chiffi, “il peggior arbitro incontrato in carriera”. La clamorosa rivelazione sul microfono portato in panchina. L’accusa velenosa alla concorrenza e all’istituzione arbitrale di stringere un patto segreto sui fischietti sgraditi. La contrapposizione totale con la società, criticata per non aver allestito una rosa competitiva e - dulcis in fundo - per non essere in grado di fare un’adeguata politica.

Insomma, il Mourinho-pensiero stavolta ha aperto addirittura una serie di fronti e argomenti. Così, per tutta la giornata, si è dibattuto - ad aule spalancate - sui vari temi. In tutto questo c’è davvero qualcosa di nuovo? Perché Mourinho lo ha fatto? Rispondendo al primo interrogativo il dibattito si sarebbe fatto, probabilmente, un po’ meno furioso. Perché gli interlocutori non avrebbero faticato a capire di essere stati portati su un terreno arato già tante volte. Mourinho, nella sua meravigliosa carriera, ha infatti anche capito che è un vantaggio dettare l’agenda. E l’argomento arbitrale è un classico che va sempre bene, a patto di non usare un tono di grigio. È successo in Spagna, quando se l’è presa un po’ con tutti; in Inghilterra - quando ha messo il designatore al centro della baraonda - era già successo in Italia, con il gesto delle manette. Insomma, un già visto che comunque non passa di moda. Un po’ più complicato rispondere alla seconda domanda: ma stavolta perché lo ha fatto? E soprattutto perché sul banco degli accusati ha messo anche la sua società, che pure lo paga profumatamente? E anche in questo caso, Mourinho si sarà divertito ad ascoltare.