- CALCIOMERCATO
- PRIMAVERA AS ROMA
- FEMMINILE AS ROMA
- GIOVANILI AS ROMA
- COPPA ITALIA
- INFO BIGLIETTI
- FOTO
- REDAZIONE
Getty Images
Quando ha visto il secondo cartellino rosso, quello mostrato a Romelu Lukaku, si è girato verso la sua panchina aprendo le braccia, con un sorriso amaro, scrive Andrea ugliese su La Gazzetta dello Sport. Quasi come a dire me lo aspettavo, lo sapevo. Così José Mourinho a fine partita mastica amaro, forse più pensando alla sfida di domenica prossima a Bologna (dove sarà privo del belga e probabilmente di Dybala, fastidio al flessore sinistro) che non al finale della partita di ieri sera. Anche se poi l’arbitraggio di Rapuano non gli è piaciuto, è evidente, tanto che dopo il fischio finale ha deciso di andar subito via, senza rilasciare alcun tipo di dichiarazione.
Stavolta, quindi, non è stata neanche una questione di scelte di lingua, portoghese o italiano, come successo domenica scorsa a Reggio Emilia. Stavolta Mourinho ha deciso diversamente, optando per il silenzio, forse per non incorrere in altre polemiche che potrebbero mettere a rischio la scelta di Chiné, il Procuratore Federale, proprio sui fatti di Sassuolo-Roma. Mou in settimana potrebbe essere deferito, a meno che non ci sia un patteggiamento. Ma, è ovvio, entrare in un altro tunnel, in un altro filone arbitrale, può condizionare anche la decisione di Chiné. E allora stavolta meglio stare zitti, anche per evitare guai maggiori. Anche se gli atteggiamenti del portoghese in campo sono stati eloquenti e dimostrano come la conduzione arbitrale di Rapuano non gli sia piaciuta affatto. A iniziare da quel no indicato con il dito della mano dopo l’espulsione di Zalewski, per finire proprio alle braccia larghe e a quel sorriso quando ha visto il rosso a Lukaku.
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Roma senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Forzaroma per scoprire tutte le news di giornata sui giallorossi in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA