In un ruolo la Roma è già certa di non doversi più guardare intorno scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Ed è un ruolo fondamentale, perché lì si decidono spesso anche i destini delle squadre. Da quando però a Trigoria c'è Rui Patricio, si sentono tutti molto più sicuri di prima. Del resto, è dal 2018 che nell'universo giallorosso non c'era quella sensazione di certezze che c'è oggi. E, cioè, da quando la vecchia dirigenza cedette il numero uno brasiliano Alisson Recker al Liverpool per 62,5 milioni di euro, a cui aggiungerne dieci di eventuali bonus, quasi tutti poi maturati strada facendo. l'eredità raccolta Certo, Alisson nel ruolo resta il top dei top, probabilmente con Neur e Donnarumma ancora oggi il miglior portiere del mondo, magari anche in compagni di Courtois, De Gea, Lloris, Ederson e ter-Stepen. Ma anche Rui Patricio ha dimostrato di essere un suo degnissimo erede. Anche perché in questi quattro anni passati dalla cessione del brasiliano all'arrivo del portoghese in Casa giallorossa è stata sostanzialmente una sofferenza continua. Fino, appunto, all'estate scorsa, quando nella Capitale è sbarcato proprio lui, il buon Rui, comprato dagli inglesi del Wolverhampton per una cifra molto più piccola di quella spesa dal Liverpool per il numero uno brasiliano: 11,5 milioni più 2,5 di eventuali bonus. Cambio di marcia è vero, quando Rui Patricio è sbarcato a Trigoria aveva già 33 anni e quando Alisson se n'è invece andato via appena 25. Ma in quel solco di otto anni c'è anche un bagaglio di esperienza che il portiere portoghese ha fatto pesare e con cui ha dato maggiore sicurezza a tutta la Roma. Al netto di qualche errore plateale che può anche starci, un paio di papere che sono costate anche dei punti a José Mourinho. Adesso Rui si sta godendo gli ultimi giorni di vacanza al mare con la moglie Vera e e i due figli piccoli, poi dalla prossima settimana sarà di nuovo a disposizione di Mourinho per iniziare la sua seconda stagione in giallorosso. Dove sostanzialmente punta a portare a casa un altro trofeo, ad aiutare la Roma a tornare in Champions, ma anche a far crescere il giovane Mile Svilar, 22 anni, che gli farà da secondo. Lui è l'erede designato di Rui Patricio, esattamente come Rui è l'uomo che ha raccolto l'eredità di Alisson. Ma prima di lasciargli il posto a Svilar ce ne vuole, anche perché Rui anche nella ultima stagione ha dimostrato di essere ancora un portiere di massima affidabilità.
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La Gazzetta dello Sport
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