Quando la Roma, 10 mesi fa, pareggiò con il City sembrava una squadra pronta a calcare i grandi palcoscenici d’Europa. A distanza di quasi un anno è sembrata lontana parente di quel gruppo che all’Etihad pareggiò (1-1) con personalità e gioco: oggi come ieri Totti e compagni hanno rimontato, ma i difetti sono sembrati quelli della seconda parte di stagione.
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Motori accesi, ma la Roma balla a destra e fatica a costruire
Florenzi studia da terzino e, almeno, corre tanto, Torosidis sta dall’altra parte per necessità, Maicon sembra in ripresa, ma è ancora lontano parente di quel giocatore che un paio di anni fa seminava terrore
ENIGMA MANCINO - Il problema più evidente, nella nuova Roma così simile alla vecchia, sta a sinistra. La fascia, col solo Cole e Torosidis adattato, ha bisogno urgente di un titolare, la parte mancina della difesa ieri non è stata perfetta. E se per Castan, al terzo impegno dopo una stagione di assenza, le attenuanti ci sono (col suo fisico ha bisogno di tempo), l’errore di Romagnoli sul fuorigioco in occasione del primo gol del City è qualcosa che Garcia non vuole vedere. In allenamento gli schemi difensivi non sono provati con la stessa continuità di quelli offensivi, ma c’è bisogno — ancora — di affinare i movimenti.
MAICON E DOUMBIA - Se a sinistra si piange, a destra non è che si rida. Florenzi studia da terzino e, almeno, corre tanto, Torosidis sta dall’altra parte per necessità, Maicon sembra in ripresa, ma è ancora lontano parente di quel giocatore che un paio di anni fa seminava terrore. Anche lui, come Castan, ha un fisico imponente e ha bisogno di tempo per entrare in forma, non giocava da gennaio, ma uno col suo carisma e la sua classe deve dare di più. Sul tridente che non segna poco da dire, su Doumbia ancora meno: un rigore può essere sbagliato e non c’è neanche bisogno di specificarlo, ma tirare con tanta sufficienza un penalty in mondovisione non può essere ammissibile. E le risate dei compagni di squadra non sono state certo un bel biglietto da visita.
IAGO CONTINUO - Meglio è andato Iago Falque, che però ha bisogno di tempo per entrare in sintonia coi compagni. La buona volontà c’è, ma non può bastare e il rischio che diventi un nuovo Ljajic (bravissimo tecnicamente, ma poco continuo) è dietro l’angolo. Essendo l’unico volto nuovo ha motivazioni ed entusiasmo a mille, ma è ancora poco. Così come è poca, per ora, la classe di Pjanic, l’energia di Nainggolan, la carica di Manolas: pregi e difetti della Roma, anche con 8 ore di fuso orario e migliaia di chilometri di distanza, sembrano sempre gli stessi. Vedi De Sanctis, che fa ottimi interventi ma poi, come dice Garcia, non è impeccabile sui gol. L’impressione è che servano, e subito, forze fresche. Forse più per la testa che per gli schemi.
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