rassegna stampa

Montella se la gode- Un paio di punture alla Roma e Garcia

"Garcia dice che Roma è la piazza più difficile per allenare? Meglio che non risponda...anzi sì, una cosa la dico: quando si vive un ambiente, si pensa sempre che sia il più duro. Anche a Firenze quando si perde non è semplice"

Redazione

Vincenzo ha aspettato. Si è appuntato i giorni, si è segnato su un foglio i dettagli, chi e perché nell’estate 2011 e nel 2012 gli disse no, la panchina della Roma non è per Montella, troppo amico di Totti e De Rossi, troppi giocatori in rosa vuoi cambiare, troppo scontata sarebbe la scelta, meglio cambiare strada, Luis Enrique prima e Zeman poi. Vincenzo ha aspettato e poi ha colpito. Eccome se ha colpito, nella maniera più rumorosa, mandando all’inferno chi è seduto dall’altra parte. Ci ha messo un po’ per prendere le misure, perché tra Catania e Fiorentina sembrava quasi che i giallorossi fossero la sua bestia nera: tante sconfitte (6), qualche pareggio (4), mai una vittoria. Poi arriva la Coppa Italia: Roma eliminata, doppietta di Mario Gomez. Dici: una rosa in pieno inverno. Altro che: la Viola non si ferma più. E nell’Olimpico giallorosso costruisce un pezzo di futuro che regala solo sorrisi: Roma fuori dall’Europa League, fuori tutti. Dentro lui: due qualificazioni giuste giuste per quei due no sbattuti in faccia. Vendetta è stata, «e sì che fino a gennaio la Roma non l’avevo mai battuta, il destino è proprio strano», sorride l’allenatore.

VENDETTABeffardo e felice, la confusione è altrove. Lì dove Montella spedisce una frecciata: «Garcia dice che Roma è la piazza più difficile per allenare? Meglio che non risponda...anzi sì, una cosa la dico: quando si vive un ambiente, si pensa sempre che sia il più duro. Anche a Firenze quando si perde non è semplice». E’ che Firenze ora Montella l’ha abituata bene: «Peccato solo aver perso con la Lazio, in questo periodo. Perché per il resto abbiamo affrontato un ciclo terribile e ne siamo usciti alla grande. Ero tranquillo anche il giorno della sconfitta di Parma...ho una squadra matura, per me è un grande vantaggio allenare gente così. Gente che ci crede: avete visto Alonso sul gol? Vero, Skoruspki ha sbagliato. Ma in pressing sul portiere avversario c’era un terzino, Alonso, segno di quanto la Fiorentina volesse fare la partita e poi vincere».

TRE FRONTI Vincere al punto che davanti ci sono tre mesi e tre fronti aperti, tra campionato e coppe: «La Fiorentina è matura, la squadra è cresciuta sotto tutti i punti di vista. Aver battuto Tottenham e Roma, squadre sulla carta più forti di noi, è una grande soddisfazione. Ma se vogliamo arrivare in fondo, dobbiamo dimenticare le vittorie: così fanno le grandi squadre». E i grandi giocatori. Ieri Montella ne ha incoronato uno: «Al mondo solo Messi è più veloce palla al piede di Salah». Sì, l’egiziano che è stato a un passo dalla Roma: così il gusto della vendetta è doppio. «Io alla fortuna non credo, credo piuttosto che questa Fiorentina sia fatta di gente con grande personalità, allenarla è un piacere». Quel piacere che Vincenzo avrebbe immaginato nel continuare a sedersi sulla panchina della Roma. Ora è solo viola. Viola di gioia. Di rabbia, magari, sarà qualcun altro.