rassegna stampa

Montella: “Gattuso sbaglia, lo sfido. Voglio un progetto stimolante e a lungo termine”

L'ex tecnico del Milan su Rino: "Lui sta facendo bene ma non è giusto toccare le mie competenze. Ho cinque-sei anni di esperienza in più di Serie A, penso di avere conoscenze maggiori di chi dice certe cose"

Redazione

L'ex tecnico di Milan e Siviglia VincenzoMontella ha rilasciato un'intervista al quotidiano "La Gazzetta dello Sport". Queste le sue parole sul suo esonero dal Milan e sul suo futuro.

Montella, il suo esonero arrivò dopo un pari: è l’unico motivo di rimpianto?

"No. Uno perché ci furono più occasioni per poter vincere, e due perché dai dirigenti non c’era più fiducia, ed era palese da tempo. Il mio errore più grave fu assecondare la società nel modo di rivolgersi alla gente: si crearono aspettative enormi. O comunque troppo grandi per una squadra che partiva con undici giocatori nuovi, molti senza una storia da Champions League. Dovevamo tenere un profilo molto più basso. Mi è rimasta la sensazione di un lavoro incompiuto: avremmo potuto crescere insieme e invece non c’è stato il tempo".

Al suo posto fu promosso Gattuso. L’ha mai chiamata?

"No. Non ci siamo mai sentiti. Ho solo voluto dirgli che stava sbagliando a insistere sulla preparazione atletica nelle sue interviste, si stava esagerando su un aspetto che mi tocca profondamente. Lui sta facendo bene ma non è giusto toccare le mie competenze. Ho cinque-sei anni di esperienza in più di Serie A, penso di avere conoscenze maggiori di chi dice certe cose: dati alla mano sfido chiunque in un confronto pubblico sul tema. Un conto è quanto corri, un altro l’intensità che ci metti".

Christian Abbiati, il suo club manager, disse alla Gazzetta che lavorare con lei era complicato per la sua troppa diffidenza. Cosa risponde?

"L’ho letto e sono rimasto male. Pensavo di avere con lui un ottimo rapporto e infatti lo invitavo a tutte le riunioni tecniche, tranne l’ultima in cui resto solo con la squadra. La verità è che non ha mai voluto partecipare".

Avrebbe potuto allenare la Nazionale ed è passato da Siviglia: nel suo futuro che c’è?

"Dopo aver allenato la Samp mi chiamò Lippi per dirmi che gli sarebbe piaciuto vedermi c.t. Ma con Malagò non ho mai parlato. E Siviglia era un’opportunità troppo grande, anche se lo stesso in mezzo a un cambio di proprietà: dopo 68 anni con la nostra vittoria a Old Trafford la squadra tornò nei quarti di Champions. In più arrivammo in finale di Coppa del Re. So di poter dare ancora tanto e ho voglia di allenare: ho ricevuto proposte, più dall’estero che dall’Italia, ma devo decidere senza smania perché non posso sbagliare la prossima scelta. Mi auguro di trovare un progetto stimolante e a lungo termine".