rassegna stampa

Monchi, saluti spagnoli: “Ho dato tutto, ma traguardi solo parziali”

LaPresse

Il colpo Zaniolo e il flop Pastore. L’ormai ex verso l’Arsenal (o Psg). Per il futuro piacciono Giuntoli, Ausilio e Petrachi

Redazione

Il "Metodo Monchi", in fondo, è anche questo: chiudere la porta con garbo, ma senza indugio. Quella di ieri, d’altronde, è solo una breve cronaca di un lungo addio. L’atto finale, sancito dalla rescissione (con una transazione legata a dei bonus maturati), che consegna il d.s. spagnolo alla storia di questo club. Certo, il 24 aprile del 2017, quando ha iniziato la sua avventura, forse Monchi conosceva troppo poco una piazza che, stremata dalle promesse, non era in grado di pazientare, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport". Anzi, le parole chiave che aveva scelto piacquero proprio perché non consentivano alibi. Ne ricordiamo tre: 1) "Qui alla Roma non abbiamo un cartello in cui è scritto “si vende”, ma uno in cui è scritto “si vince”"; 2) "I tifosi non vanno allo stadio per applaudire i bilanci ma i trofei"; 3) "Se entro due anni non riesco a vincere qualcosa, me ne vado a casa". Come si vede, frasi impegnative e mai sentite a queste latitudini.

"Hai distrutto la Roma", gli hanno rimproverato i tifosi. Ed il pensiero è naturalmente corso a Salah, Rudiger, Paredes, Nainggolan, Strootman e Alisson. Ovvio che la gente non consideri le decine di milioni di plusvalenze, anche perché il mantra del d.s. – stimatissimo da tutti i colleghi – era: «Non conta come si vende, ma come si compra». E così per i vari Under, Pellegrini, Cristante, Kolarov e Zaniolo sbarcati a Trigoria, pur sospendendo il giudizio su Schick e Kluivert, Monchi sarà ricordato anche per Moreno, Karsdorp, Gonalons, Bianda e Defrel per arrivare a Pastore, su cui a Trigoria dicono amari: tra cartellino e ingaggio quinquennale si è perduta tutta la plusvalenza per Alisson. Perciò fa sorridere però pensare che il d.s., salutando i dipendenti, abbia detto: "Se tutti i calciatori fossero come voi...".

Il saluto dello spagnolo però è elegante: "Mi sono innamorato subito della Roma e vi ho messo tutto me stesso. Il futuro non l’ho deciso. È il momento di ricordare le cose belle. Spero che arrivi fra le prime 4. So che non abbiamo raggiunto tutti i risultati per cui abbiamo lavorato e talvolta ci siamo scontrati, ma sarà impossibile dimenticare Roma". Fienga ha ridato il ruolo di d.s. a Massara, in attesa di possibili eredi, visto che piacciono Giuntoli (Napoli), Ausilio (Inter) e Petrachi (Torino).