Mai banale, mai timoroso di andare controcorrente. Sinisa Mihajlovic non ha paura di dire quello che pensa a costo – ed è successo ieri – di rischiare di urtare la suscettibilità dei tifosi. Parlando a Sky, ad esempio, in un colpo solo ha fatto parlare di sé tra i sostenitori di Roma, Lazio e Bologna. Risultato? Pur senza enfasi esagerata, i primi l’hanno vissuta come una provocazione, i secondi come un tradimento, i terzi come la certificazione di un ripiego. Eppure in realtà Mihajlovic ha voluto fare solo una cosa: parlare chiaro. Merce rara di questi tempi. “Sono stato molto vicino alla Roma – ha spiegato – poi ho capito che dal punto di vista ambientale loro non erano pronti per fare certe cose. Io sì, ma loro no. Se devo andare a fare la guerra da solo, lo faccio ma all’aperto. Ho deciso io di non andarci e ho ringraziato per la proposta. Se sono mai stato vicino alla Lazio? Mai stato contattato. Sono 12 anni che alleno, in passato ci sono state squadre come la Juve, la Roma, il Napoli, ma la Lazio non mi ha mai chiamato. Strano che vada bene per tutti, ma non per la Lazio, però i motivi vanno chiesti a loro. Mi dispiace quando vengo definito traditore per situazioni come quella con la Roma, perché io lavoro e non posso vivere di aria. Sono professionista e sarebbe stata una bella esperienza”.
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Mihajlovic amaro: “Non si può fare la guerra da soli”
“Sono stato vicino ai giallorossi, ma l’ambiente non era pronto. Lazio? Per loro non vado bene”
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