Alla Roma possono esaminare senza difficoltà tutti gli aspetti tecnico-tattici legati a Dries Mertens, ma è logico che la carta d’identità (35 anni) giochi un ruolo importante nelle valutazioni, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.
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Mertens, c’è la chiave. Mou vuole giocatori pronti, la Roma può offrire di più
La storia è nota. Grazie all’input decisivo di José Mourinho, il club giallorosso ha già chiuso l’accordo con Nemanja Matic, il centrocampista serbo svincolato dal Manchester United che compirà 34 anni il primo agosto. Il giocatore entra ufficialmente a far parte di un gruppo di titolari in cui, perso Mkhitaryan, spiccano già una serie di ultratrentenni come Rui Patricio (34) e Smalling (32). Morale: le caratteristiche Mertens piacciono, ma la Roma sa bene che le valutazioni devono essere fatte a tutto tondo e quindi non ha alcuna fretta.
D’altronde, l’obiettivo che la famiglia Friedkin ha dato dal suo insediamento, è quello di costruire una rosa che abbia un mix equilibrato fra giocatori esperti e giovani di prospettiva. Logico, però, che il tesseramento di un giocatore come Mertens avvicinerebbe qualsiasi obiettivo la società fisserà per la prossima stagione e quindi rinunciare a un attaccante del genere senza valutarne appieno i pro e i contro.
Tra l’altro, c’è anche un’altra considerazione da fare. Il Napoli al momento, ha ancora le clausole contrattuali dalla propria parte. Fino al 30 giugno, infatti, la società di Aurelio de Laurentiis può far scattare il rinnovo automatico a cifre già precedentemente stabilite (alte), ma che potrebbero essere anche ridiscusse, qualora i partenopei decidessero di riallacciare i rapporti, peraltro mai interrottisi del tutto. Detto questo, la Roma sa bene come Mertens possa rappresentare una chiave tattica assai utile per modificare in corsa la squadra di Mourinho. Logico che i 35 anni di età obbligherebbe un suo impiego mirato, ma in fondo la gestione che gli ha riservato Luciano Spalletti nella scorsa stagione è stata analoga, pur accompagnata da qualche mugugno da parte dell’attaccante e degli stessi tifosi. Una cosa è certa: la squadra giallorossa ha bisogno di sbocchi offensivi alternativi a quelli rappresentati da Tammy Abraham, e su questo fronte è difficile trovare dei “secondi violini”, per giunta part-time, del valore dell’attaccante belga, fisicamente ancora integro.
Occhio poi anche a un’altra esigenza, che accomuna tutte le società italiane, ma che la Roma sente in maniera particolare. Da questa stagione si avvia il triennio che i club dovranno cominciare a sfruttare per rientrare nei nuovi parametri della Uefa. Fra questi c’è anche quello che recita come il monte ingaggi non debba superare il settanta per cento del fatturato. In questo senso, la società dei Friedkin – come tutte le grandi del calcio italiano – deve correre ai ripari. Insomma, come si vede la situazione legata a Mertens, come del resto a tutto il mercato giallorosso, per cui quotidianamente piovono sempre molte più smentite che conferme, sta vivendo un momento in continua evoluzione, anche se la dirigenza è tranquilla.
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