rassegna stampa

«Mercenari e indegni. Lupi si dimette, adesso tocca a voi»

«Ridateme la Roma mia, ve prego», supplicano in tanti su Facebook. Quella di ieri sera non era la Roma di nessuno

Redazione

«Quattro portieri, non ne fanno mezzo buono». Caro romanista che commentavi così il paperone di Skorupski al 18’ dell’ultima partita europea della stagione della Roma, non avevi visto niente. La lunga notte non era neanche cominciata, e si scoprì presto che i post sul povero polacco (paragonato a Chimenti o a Ballotta, che in un Lazio-Fiorentina del novembre 2007 fece un errore identico) sarebbero stati i più morbidi. Il peggio doveva ancora venire. «È alle 21 la partita, vero?». No, pensa, alle 19.25 è già tutto finito: la Sud che si svuota, mentre chi all’Olimpico non c’è (oppure chi c’è e prende lo smartphone in mano) inizia a inveire contro tutto e tutti.

«VIA TUTTI» Raggruppando tutte le migliaia di pensieri che si leggono su Facebook e Twitter e si ascoltano nelle radio, non ce n’è uno che si salva. «Forse Keita, unico uomo vero», o forse Florenzi, in lacrime mentre abbandona il campo dopo la contestazione, anche se c’è chi ironizza sulla nonna che andò ad abbracciare dopo il gol in Roma-Cagliari. «Mi dicono che sia andata via alla fine del primo tempo», twitta NeraSentenza . «Ma le dimissioni? Possibile che nessuno si dimetta?». No, tutti i lupi (non Lupi, il ministro) restano al loro posto: «Serve la scossa, continuando a fare retorica si cola a picco!». Commenti (#RomaFiorentina è la seconda tendenza di Twitter) in tutte le salse: da quelli duri ma pacifisti («Mi sa tanto che Garcia non vedrà una partita della Roma nel nuovo stadio») a quelli che provano a darsi appuntamento a Trigoria («Non devono uscire da lì, mercenari e indegni») o minacciano i giocatori che quando le cose andavano bene (e non solo) chiudevano le serate in discoteca: «Non provate a favve vede’ in giro...».

E I LAZIALI GODONO... In un momento come questo, per i romanisti non poteva esserci «sventura» peggiore di trovarsi pure il fiato dei laziali sul collo. «Per favore, non vi fermate». Spunta l’ennesimo fotomontaggio del selfie di Totti, stavolta con la curva Sud vuota: «Meno male, pure sta volta la prova anti-incendio è andata bene». Esattamente 19 anni dopo quel Roma-Slavia Praga di Coppa Uefa (anche allora 19 marzo) in cui il sogno della Roma svanì nei tempi supplementari per il gol di Vavra. Un’eliminazione rivendicata con orgoglio, a differenza di questa. «Ridateme la Roma mia, ve prego», supplica Valerio su Facebook. Quella di ieri sera non era la Roma di nessuno.