«Non mi interessa se sarà agosto o ottobre ma tornerò in campo più forte di prima». Federico Mattiello aveva mostrato subito una grande forza d’animo quell’8 marzo quando, durante la gara con la Roma, subì la frattura di tibia e perone della gamba destra scontrandosi con il romanista Nainggolan.
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Mattiello: «Tornerò più forte»
Il difensore del Chievo è fermo dall'8 marzo quando subì la frattura di tibia e perone della gamba destra scontrandosi con il romanista Nainggolan
Il giocatore non ha mai voluto rivedere le drammatiche immagini, probabilmente per non perdere le certezze che lo animano, ma ricorda perfettamente. «Sulle prime - dice - non mi ero reso conto, tanto che ho cercato di alzarmi. Solo a quel punto ho capito cosa era successo e ho sperato che arrivassero in fretta i medici a soccorrermi. E’ stato un passaggio drammatico ma importante della mia vita: dal punto di vista caratteriale, perché mi ha temprato, ma anche a livello tecnico. Di sicuro la prossima volta cercherò di stare più attento in certi interventi e quindi mi servirà d’esperienza».
Mattiello ha fatto il punto del suo percorso di guarigione al centro del Chievo «Atlante Sport e riabilitazione» insieme a quelli che sono stati i suoi compagni di viaggio in queste dure settimane, ovvero il dottor Stefano Rigotti, dell’equipe ortopedica guidata dal professor Claudio Zorzi che lo aveva operato all’ospedale di Negrar, e il responsabile sanitario del Chievo, Giuliano Corradini. Proprio quest’ultimo ha indicato l’agenda del pieno recupero del giocatore. «Al 30 giugno si concorderà con la Juventus come definire il percorso - ha spiegato - Sarebbe molto bello che a luglio potesse andare in ritiro e svolgere la preparazione atletica. Per la parte tecnica bisognerà aspettare. Dovrebbe essere disponibile a tutti gli effetti per il 31 agosto. Un obiettivo raggiungibile. Ha lavorato sodo. La parte più impegnativa sono stati i due mesi con due sedute al giorno. Ora almeno da un paio di settimane sta svolgendo qualcosa di più sopportabile e meno noioso. Il ragazzo è maturato tantissimo. Per lui due mesi sono stati come dieci anni. Ha capito che con l’impegno si può superare ogni disavventura».
Che Mattiello sia fiducioso sul fatto di poter riprendere il discorso da dove era stato interrotto, ovvero offrendo di nuovo grandi prestazioni sul campo, lo rivela anche il dottor Rigotti: «La cosa che ci ha impegnato di più è stata la guarigione cutanea visto che c’era una lacerazione estesa della pelle a causa della frattura esposta. Federico ha sopportato bene. Non era facile per un giovane dinamico come lui. Ma ha grande forza di volontà, al punto che ha giurato che mi inviterà a vederlo nella prima gara in Nazionale».
AFFETTOFederico, in effetti, ora si sente bene e trova motivo di essere fiducioso anche dall’affetto di Chievo e Juventus. A fine giugno il suo desiderio è quello di rientrare a Torino a giocarsi le sue carte. «Prima dell’infortunio le cose stavano andando bene, ma se non potrò tornare in bianconero, starò un altro anno qui al Chievo. Dopo l’infortunio ho ricevuto da Verona tanto affetto». Ma anche con i giocatori della Juve il rapporto non si è mai interrotto. Anzi. Federico si sente spesso con gli ex compagni. Dopo aver esultato per la grande rimonta in classifica del Chievo, ora si aspetta due successi dai bianconeri che saranno impegnati nelle finali di Coppa Italia e di Champions League. «Visto che hanno fatto 30 - afferma sorridendo - ora devono fare 31 e portare a casa il triplete. Mi regalerebbero una grande gioia, come ha fatto il Chievo con la salvezza».
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