rassegna stampa

Ma Marino ha ragione sullo slogan della Roma?

Si continua a dibattere sulla scelta dello slogan per la campagna abbonamenti della Roma apparso su molti autobus della capitale.

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arinoL’imbarazzo, da parte del Comune, c’è. Anche se tutti cercano di nasconderlo. Perché mentre il Campidoglio valuta e decide sul progetto stadio della Roma (il documento della giunta dovrebbe essere pronto entro il 27 agosto), il sindaco Marino bacchetta lo slogan della campagna abbonamenti della società: «C’è un riferimento al branco che può far pensare ad episodi di violenza. Molti di noi hanno ritenuto che forse non era il vocabolo più adatto». Branco è la parola incriminata, non la campagna pubblicitaria in sé, che riprende quella già utilizzata lo scorso anno dal club. Quando Marino era già sindaco. 

SCELTA INFELICE Dopo la sconfitta del 26 maggio in Coppa Italia, per convincere i tifosi ad abbonarsi venne scelto lo slogan «Nessuno ha più fame di noi» e l’immagine era quella di alcuni lupi che entravano in un’arena. Un branco, appunto. Solo che il termine non veniva citato espressamente. Quest’anno sì: «La caccia ricomincia, unisciti al branco». «E forse questa è stata una scelta infelice — spiega il sociologo dello sport e professore universitario Nicola Porro —. Perché il branco, nello sport e nella vita, non ha un’accezione positiva e richiama sempre ad episodi di violenza e durezza, anche piuttosto forti». Basti pensare al film «Il branco» (diretto da Marco Risi, uscito nel 1994 da un romanzo di Andrea Carraro), ispirato a fatti realmente accaduti, in cui i ragazzi che stuprano due turiste si dividono tra stadio e criminalità. 

TERMINE TECNICO Ufficialmente la società — proprio per i rapporti con l’amministrazione comunale — non risponde, ma a Trigoria si difendono: si racconta la storia della campagna abbonamenti con i lupi nata più di un anno fa, quando Marino era già sindaco, si sottolinea come un gruppo di lupi debba «tecnicamente» essere chiamato branco (come, ad esempio, un insieme di api sciame o un insieme di pecore gregge) e si mettono in evidenza le parole del presidente Pallotta, sempre molto duro nei confronti dei tifosi violenti. La presa di posizione di Marino segue quella di Luca Giansanti, consigliere della Lista Civica, il primo a dire che non riteneva appropriata la nuova campagna della Roma, sul mercato già dalla primavera: «È opportuno che l’azienda pubblica di trasporto di Roma ospiti sui suoi mezzi la pubblicità della campagna abbonamenti dell’AS Roma, che nello slogan incita alla caccia e al branco? Siamo sicuri che il messaggio sia educativo e appropriato?». 

LE CRITICHE Secondo Athos De Luca, consigliere al Comune del Pd e presidente della commissione Ambiente, sì: «Non c’è caccia più innocua che quella della campagna abbonamenti lanciata dalla Roma. Forse l’unica caccia che come animalista posso ammettere». Schieramento opposto, ma stesso parere, quello di Adriano Palozzi, consigliere regionale e coordinatore di Forza Italia: «La maggioranza preferisce perder tempo a dibattere sullo slogan della squadra giallorossa piuttosto che risolvere i reali problemi che attanagliano la Capitale». 

I TIFOSI La pensano, per una volta, nello stesso modo romanisti e laziali, (quasi) tutti pronti a prendere di mira gli account ufficiali del sindaco. Qualcuno è d’accordo con lui («in questo momento va pesata ogni parola»), in molti lo criticano- «A me — scrive un utente che ha come immagine quella di Mauri che alza la Coppa Italia — non interessa cosa ci sia sulle fiancate degli autobus. Interessa che arrivino puntuali, cosa che non succede mai». Un altro aggiunge: «Caro sindaco, magari tra una tessera e l’altra della Roma che dice, parliamo anche di immondizia e strade? Non per niente, ma magari alla prossima pioggia allo stadio non ci arriviamo proprio...». Un problema che sta a cuore a tutti i cittadini, non solo ai romanisti.