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rassegna stampa

Mariani: “Da Aldair a Zaniolo ricostruisco sogni con il rock’n’roll”

Il chirurgo mago delle ginocchia: "Mentre opero ascolto Elvis Presley e Sinatra. La ripresa del campionato? Occorrerà unire il coraggio all’incoscienza"

Redazione

Non fatevi confondere dai bisturi, dal sangue, dalla carnalità che la sua professione esige. Pierpaolo Mariani, in fondo, è un riparatore dei sogni. Quelli che ogni calciatore - ed i tifosi che lo amano - trascina nella propria valigia del cuore e che un infortunio carogna corre il rischio di far volare via.

A 74 anni, il chirurgo romano, «il Maradona delle ginocchia», racconta a La Gazzetta dello Sport di sé in un mix di passione e disincanto.

Certo, la galleria delle celebrità passate sotto le sue mani nella clinica Villa Stuart di Roma, gli ha donato la fama, ma non sono stati Totti, Nesta, Insigne, Biaggi o la Vezzali - solo per citarne alcuni - che gli hanno regalato la felicità. Semmai responsabilità. Perché rispettare i sogni è arte che richiede perizia.

Professore, come si presenta un calciatore vittima di un infortunio al ginocchio?

"In due modi: o si piange addosso, oppure chiede subito: “Quando torno a giocare?”. Ecco, questo è ciò che ogni chirurgo avrebbe piacere di sentire. Ad esempio, è quella che mi ha detto Zaniolo a gennaio. Ma lui è un talento naturale, fin dal primo giorno focalizzato sul rientro".

Chi è stato il suo maestro?

"Il professor Perugia. Da ragazzino con i pantaloncini corti, ricordo aver assistito da lontano Gigi Riva e tanti altri. Certo, una volta non c’era la specializzazione attuale, ma poi si è capito che è impossibile seguire tutto, così mi sono specializzato nel ginocchio".

Ricorda il primo calciatore che ha operato da capo équipe?

"Certo, Aldair. Era il 1993 e si ruppe il crociato. Tornò benissimo e l’anno dopo vinse il Mondiale. Ancora adesso, quando ci vediamo, dice che non ha mai avuto problemi".

Le capita mai di pensare a tanti campioni che, se operati adesso, non avrebbero dovuto interrompere la carriera?

"Con le attuali tecniche, tanti avrebbero giocato ancora. Penso a Rocca, Van Basten, ma anche lo stesso Baggio avrebbe avuto meno difficoltà. E nel futuro si progredirà ulteriormente".

Quali sono stati gli interventi che le hanno dato più soddisfazione?

"Tanti, ma le dico Damiano Tommasi, che conoscono tutti e Ivano Balzaneddu dell’Entella. Avevano avuto infortuni gravissimi eppure sono tornati in campo"

E quali le hanno dato più problemi?

"Più che problemi, penso alla ricaduta di Florenzi. Il suo crociato era perfetto, non so ancora adesso perché si sia rotto. Io dovevo scegliere tra tecniche diverse per rioperarlo; scelsi la stessa, ma non ci ho dormito la notte"

Lei opera sempre ascoltando musica?

"Sempre. Passo da “The King”, cioè Elvis Presley, a “The Voice”, Frank Sinatra".

Ci sono calciatori che l’hanno delusa dal punto di vista umano?

"Qualcuno. Quelli che davano tutto per scontato. Ma poi ho anche rapporti speciali, come con Totti. E non solo perché abbia simpatie romaniste".

È favorevole alla ripresa del campionato?

"Aspetterei ancora un po’, ma poi qualche rischio andrebbe corso. Occorrerà unire il coraggio all’incoscienza".