Lionello Manfredonia, intervistato da Sebastiano Vernazza su La Gazzetta dello Sport, ha ricordato il periodo nel quale indossò la maglia della giallorossa.
La Gazzetta dello Sport
Manfredonia: “Andare alla Roma fu una scelta impulsiva. Non lo rifarei”
L'ex giallorosso: "Avrei dovuto rispettare di più le tifoserie di Lazio e Roma. Il tifoso vive di queste cose"
Come ha potuto lasciare la Juve per passare alla Roma, lei di estrazione laziale? "Avrei dovuto rispettare di più le tifoserie di Lazio e Roma. Il tifoso vive di queste cose. Una scelta impulsiva, legata al fatto che Boniperti mi offriva un rinnovo annuale e Viola alla Roma un triennale. Non la rifarei, anche se alla Roma trovai Nils Liedholm, l’allenatore che mi ha dato di più, assieme a Roberto Clagluna alla Lazio. “Difensore scivoloso difensore difettoso”, mi ripeteva il Barone quando entravo in scivolata". Cosa ricorda del 30 dicembre 1989, giorno di un Bologna-Roma che poteva esserle fatale? "Rischiai la morte per un arresto cardiaco e non sarei qui se non ci fossero stati l’ambulanza sulla pista e un grande ospedale vicino. Faceva freddo, avevo un po’ di febbre, non indossai la maglia della salute in lana, ero stressato perché mia madre se ne era andata da poco. Gli esami dimostrarono che non soffrivo di patologie . Una sincope vagale, credo. Mi negarono l’idoneità, la mia carriera si chiuse e va bene. Non era il caso di sfidare ancora la volontà del Padreterno".
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