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Mancini-Bastoni i nuovi ministri della difesa. E non sono soli

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Chiellini ha chiuso, Acerbi e Bonucci hanno un’età. È ora di trovare gli eredi

Redazione

Non è facile abituarsi alle ristrettezze dopo decenni di lussi e sprechi. Che coppie, che combinazioni di eleganza e meravigliosa rudezza: Bellugi-Scirea nel ’78, Collovati-Scirea nell’82, Ferri-Baresi nel ’90, Costacurta-Baresi nel ’94, Cannavaro-Nesta (e Materazzi) nel 2006, infine Barzagli, Bonucci e Chiellini. Una scuola di centrali unica nel mondo. Abbiamo tralasciato Gentile e Maldini, terzini soltanto per le schede delle figurine Panini. Quasi una stirpe dinastica in cerca di eredi. Chiellini ha appena chiuso con l’azzurro, Bonucci ha 35 anni: e dopo di loro?

Come riporta Fabio Licari su La Gazzetta dello Sport, Oggi potrebbero giocare Gianluca Mancini e Bastoni. Il condizionale è d’obbligo, visti i cinque impegni in quattordici giorni e i difficili equilibri del turnover di fine stagione. Quei due hanno fatto coppia nel 2-0 in Lituania, poi a Palermo nello 0-1 con la Macedonia. Dovrebbe essere risparmiato, in panchina, Bonucci, l’ultimo dei mohicani: capitano designato di questa Nazionale, ma non più un giovincello che possa tenere i ritmi di una stagione infinita. Se fa qualche minuto con l’Ungheria raggiunge Chiellini (e De Rossi) a quota 117 gettoni in Nazionale, e comincia a “sentire” Maldini (126) e Cannavaro (136). Avendo superato “quota 100”, però, prima o poi il pensionamento lo coinvolgerà. Non è un mistero che da Italia-Germania si sia aperta la successione.

Manca una generazione Proprio vero che non ci sono più i difensori di una volta per colpa della zona? Può darsi sia una visione apocalittica, ma non c’è dubbio che un nuovo Chiellini sia una rarità. Anche un nuovo Bonucci, se è per questo. Più che una questione di tecnica difensiva, sembra un problema di qualità generale. È come se avessimo saltato una generazione.

Bisogna quindi rivolgersi a Mancini (26), al neo-italiano Luiz Felipe (25) e, naturalmente, a Bastoni (23). In teoria sono loro i primi nella linea di successione. Soprattutto l’interista. Mancini è andato in cerca di alternative. Nella mega-lista di giugno ha inserito due nomi nuovi, promossi dopo il giorno di stage per “giovani di interesse nazionale” nel quale s’è imposto Gnonto: uno è l’atalantino Scalvini, 18 anni e mezzo, lui sì giovane davvero e già apprezzato da Gasperini che gli ha concesso 18 presenze in A, una per anno verrebbe da dire. L’altro baby non è, si chiama Gatti, ha 24 anni, il 24 giugno, e la Juve l’ha preso in anticipo dal Frosinone, in Serie B, perché sembra ricordi i marcatori del passato.