Con il prossimo arrivo di Ainsley Maitland-Niles una cosa sembra certa, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport: si andrà avanti con il 3-5-2, Mourinho non ha voglia di fare retromarcia e di tornare a giocare con la difesa a quattro. La svolta oramai è ufficiale e la trattativa (quasi chiusa) con l’Arsenal per portare il giovane inglese in giallorosso ne è una dimostrazione. Maitland-Niles, infatti, è un giocatore di potenza, di spinta, più di qualità che di quantità, ma che se ha un pregio vero è quello della corsa, della resistenza. Insomma, non un giocatore per palati fini, non una prelibatezza di mercato, ma un elemento funzionale e utile quello sì, non fosse altro perché può giocare su entrambi le fasce (destra – la sua preferita - e sinistra) e perché all’Arsenal ha fatto il centrocampista prima e l’esterno destro poi, sia di difesa sia a tutta fascia. Nella Roma, invece, andrà a fare la «coppia» di esterni a destra con Karsdorp, ma all’occorrenza può dare una mano anche in mezzo al campo, soprattutto ora che si gioca con la linea a 5 e in mezzo servono tre centrocampisti. La trattativa con la Roma testimonia come l’Arsenal abbia deciso definitivamente di dire addio al giocatore, che ha un contratto fino al giugno 2023 che i Gunners non intendono rinnovare. Con l’idea, appunto, di disfarsene. La Roma ci vuole scommettere su, sapendo che il prestito costerà solo 750mila euro e che se la scommessa dovesse funzionare, allora i dieci milioni previsti per il suo riscatto sarebbero soldi spesi bene. Non è facile, infatti, trovare un giocare capace di ricoprire così tanti ruoli come appunto Maitland-Niles. Che poi, di fatto, è un giocatore che fa al calcio di Mourinho, per l’energia e l’intensità che riesce a mettere in campo. Le sue qualità principali, infatti, sono quelle della corsa, della battaglia, dei duelli da giocare faccia a faccia con ogni avversario. Non ha piedi fatati, anzi. Ma è il classico giocatore da Premier, di quelli che sembra che abbia le pile inesauribili per come affronta la partita dall’inizio alla fine. Insomma, non c’è da aspettarsi uno che metta dentro dieci cross al bacio a partita o che possa segnare con un calcio secco e improvviso da venti metri, ma piuttosto uno che aiuta, pressa, si propone. Uno che ci mette intensità, appunto. Più di quantità che di qualità.
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Maitland-Niles, corsa e intensità per la Roma. E Mou lo aspetta
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