«Vengo a Roma perché voglio giocare il Mondiale». «No, vieni a Roma perché vuoi, e devi, giocare bene con noi. Se lo farai, il Mondiale sarà una conseguenza». Un anno fa, di questi tempi, parlavano più o meno così Maicon e Walter Sabatini. Il primo aveva in mente solo e soltanto la Coppa del mondo, il secondo era obbligato a pensare a una Roma da ricostruire dopo il 26 maggio.
rassegna stampa
Maicon, una stagione da top-player. Ma il futuro?
Il timore, più fuori che dentro Trigoria, è che raggiunta la convocazione di Scolari possa essere scarico per giocare ancora ad alti livelli.
Si sono incontrati a metà strada, dopo aver siglato quello che lo stesso d.s. ha definito un «patto d’onore» ed entrambi hanno avuto ragione: Sabatini ha costruito una squadra che è arrivata seconda, Maicon ha preso il volo per il Brasile e, dopo quattro partite in panchina, è diventato titolare contro il Cile. E stasera, contro la Germania, toccherà di nuovo a lui.
IL PRESENTE VERDEORO Questa partita l’aspetta da una vita. Se il Brasile dovesse vincere il Mondiale l’addio alla nazionale non sarebbe un’utopia: a 33 anni, con il sogno di sempre realizzato, sarebbe la naturale conclusione. Viceversa, ogni scenario rimarrà aperto.
IL FUTURO GIALLOROSSO Aperti saranno anche i prossimi mesi da romanista. Il suo contratto scade a giugno, alla Roma non costa più come in questa stagione (l’ingaggio è passato da 2.3 milioni a 1.7), l’idea di base è quella di prolungare per un altro anno. A patto che Maicon torni dal Brasile, indipendentemente dal risultato finale, con le stesse motivazioni con cui è arrivato un anno fa. Il timore, più fuori che dentro Trigoria, è che raggiunta la convocazione di Scolari possa essere scarico per giocare ancora ad alti livelli.
SOGNO TRICOLORE Guai a dirglielo però, perché lui, anche dal Brasile, dice di pensare alla Roma. Ai giornalisti italiani che seguono i verdeoro spesso chiede informazioni sul mercato, sente i compagni, ha detto chiaramente che sogna di vincere lo scudetto. E fa anche un po’ sorridere che sia proprio lui a dirlo, considerando che nel 2008 dedicò il campionato conquistato con l’Inter a De Rossi, che aveva parlato di aiuti arbitrali ai nerazzurri. Oggi Daniele non è solo un suo compagno, è un amico. É uno di quelli con cui vuole sfilare lo scudetto alla Juventus. Proprio come oggi vuole sfilare la finale al laziale Klose. Motivo in più, visto quanto ha detto di sentirsi romanista, per vincere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA