"A conti fatti, forse è anche meglio che il prossimo anno non si faccia la Champions League, perché noi una squadra per affrontare la Champions non ce l’abbiamo". Nella palude finale di Budapest, tra delusione e amarezza, José Mourinho ha lanciato il suo ennesimo grido di allarme, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Con una valutazione diretta sul gruppo, con sfumature essenzialmente tecniche, non certo morali. Mou, ovviamente, si riferisce soprattutto alle possibilità di poter cambiare e scegliere (a fine partita, ad esempio, del Siviglia ha detto "ha giocatori più forti dei nostri e più alternative di livello da poter mettere in campo". Molta della sua amarezza è quindi legata alla stagione negativa dei due centravanti (Abraham e Belotti), alla sfortuna che ha accompagnato il percorso di Wijnaldum (prima nell’infortunio, poi nel recupero), alla mancata crescita di giocatori come Camara e Solbakken. La Roma, però, nonostante i recenti virtuosismi, resta la squadra che in Italia ha ancora il terzo monte-ingaggi in assoluto: 89 milioni di euro lordi (Abraham, Dybala e Pellegrini i più pagati con 6 milioni netti), dopo la Juventus che è in testa con 156 e l’Inter con 132, ma anche prima di tre altri club che la Champions il prossimo anno invece la giocheranno eccome (Milan 86, Napoli 70 e Lazio 68). Pure la stessa Atalanta, che oggi è un punto sopra i giallorossi a un turno dalla fine della Serie A, spende incredibilmente di meno (quasi la metà dei giallorossi) per pagare i suoi giocatori, 47 milioni di euro.
La Gazzetta dello Sport
Ma come stipendi la Roma è già un club da Champions
Poi, è ovvio, il limbo è nel valutare il rendimento dei singoli giocatori, stabilendo se sono stati pagati troppo o se non sono riusciti a rendere il giusto per motivazioni tecnico-tattiche. Certo, la finale di Budapest avrebbe potuto cambiare qualsiasi tipo di valutazione. Basti pensare che grazie al cammino europeo degli ultimi due anni il marchio della Roma è cresciuto di circa 80 milioni di euro come valore, con un’impennata di circa il 13% (oggi vale oltre 200 milioni). E allora anche la partita di domenica sera con lo Spezia sarà fondamentale, serve vincere per essere sicuri di giocare ancora l’Europa League e non tornare in Conference. Il che, dopo la delusione di mercoledì sera, sarebbe un’altra brutta mazzata da dover assorbire.
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