Il tuttofare è (ancora) senza un contratto da grande. Era il 4 ottobre del 2012 quando l’ex capitano della Primavera Alessandro Florenzi, protagonista di un’ottima stagione a Crotone l’anno prima e di un buon avvio di campionato con Zeman, firmava il primo vero accordo della sua carriera: guadagnava 26mila euro lordi, ovvero 1800 euro netti al mese: era lo stipendio che prendeva nelle giovanili e lo faceva essere, tra l’altro, quello che guadagnava di meno in tutta la rosa.
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L’uomo ovunque Roma. Quanto corre Florenzi ma il contratto è fermo
Quando è partito dall’inizio la Roma ha perso solo una volta, a Napoli, poi ha vinto contro Empoli, Cagliari e Genoa e ha pareggiato contro Sampdoria, Sassuolo e Milan.
QUESTIONE DI BONUS Poi, con il nuovo contratto fino al 2016, l’ingaggio arrivava a 600mila euro netti a stagione a salire fino a 700mila, con bonus legati a obiettivi di squadra e anche personali. C’erano anche premi per una convocazione in Nazionale (riscossi) e possibile chiamata per i Mondiali del 2014. Non riscossi, ma è storia nota. Importanti ma non fondamentali nell’accordo attualmente in vigore, avranno un ruolo decisivo nel nuovo contratto di cui la Roma e il suo agente, Alessandro Lucci, stanno discutendo. Perché sulla cifra –complessiva – che Florenzi andrà a guadagnare sono tutti più o meno d’accordo: poco meno di 2 milioni netti. Il problema è che il giocatore chiede una parte fissa più alta, mentre la società vorrebbe più bonus, personali e di squadra. Le schermaglie, e gli incontri, vanno avanti da tempo, l’intenzione è quella di non arrivare a una rottura e, anzi, annunciare il prolungamento del matrimonio al più presto. «Gli auguro di ripercorrere la carriera di Totti e De Rossi», ha detto Garcia, aggiungendo: «Significherebbe che la Roma è all’altezza delle sue ambizioni». Ne ha parecchie, Florenzi, nonostante la faccia e il look da ragazzo della porta accanto, che sembra più uno studente che dedica canzoni su Instagram alla fidanzata (l’ultima, «Ti sento» di Ligabue) che un calciatore. Invece il calciatore lo fa e anche bene: 15 presenze e 754 minuti giocati in campionato, una considerazione enorme da parte di Garcia che, anche quando non lo fa partire dall’inizio, uno spazio per lui lo trova sempre.
CAMALEONTE Il tuttofare della squadra, che gioca punta esterna ma anche terzino, nonostante sia nato centrocampista, quando serve spinge (e infatti ha una media cross di 2.07 a partita, mentre quella del ruolo è 1.09) e tenta spesso il dribbling, 1.93 a incontro (media ruolo 0.76). Ha segnato due reti e, se si analizzano le parti del campo in cui ha toccato almeno un pallone a partita, si vede come sia praticamente dovunque (pur prediligendo la zona destra). Quando gioca, regala a Garcia sempre tanto equilibrio: non a caso ha intercettato 1.20 palloni a partita, mentre la media del ruolo è di 1.11. Quando è partito dall’inizio la Roma ha perso solo una volta, a Napoli, poi ha vinto contro Empoli, Cagliari e Genoa e ha pareggiato contro Sampdoria, Sassuolo e Milan.
L’EUROPA In Champions ha giocato sempre, 6 partite su 6, la metà da titolare, e non ha mai sfigurato, nonostante fosse all’esordio in Europa: questo ha fatto sì che crescessero i suoi estimatori. In Italia (dove Fiorentina e Inter farebbero carte false per averlo) e all’estero, dove, soprattutto in Premier, più di qualche club ha sondato il terreno col suo agente. Florenzi però ha detto no a tutti e ribadisce che il suo futuro è alla Roma. Con la speranza che non cambi mai, come per Totti e De Rossi. Bonus permettendo, ovviamente.
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