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La Gazzetta dello Sport

Lukaku: “Non ho paura. Roma tranquilla io sono pronto”

Lukaku: “Non ho paura. Roma tranquilla io sono pronto” - immagine 1
Big Rom rassicura Mourinho e i compagni: dopo i veleni estivi la sfida contro l’Inter lo carica. E il suo sogno sarebbe realizzare la rete della vittoria giallorossa
Redazione

I tradimenti non sono tutti uguali. Ci sono amanti che si nascondono dentro l’armadio e sperano che passi la tempesta, altri invece che l’affrontano a viso aperto, rivendicando il loro sentimento, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. La sensazione è che Romelu Lukaku - eroe non proprio suo malgrado di quella profana rappresentazione che è il calcio – si piazzi un po’ a metà fra le due alternative. Pur evitando nuove impegnative dichiarazione sentimentali (visto come è andata a finire l’ultima volta), stasera l’attaccante belga alzerà il volto verso il cielo di Milano come per dire: "Io non ho paura". Lo stesso messaggio, in fondo, che in questi giorni ha ripetuto ai suoi compagni e allo stesso José Mourinho, un po’ ironici e un po’ preoccupati, perché se Big Roma dovesse andare fuori giri per eccesso di nervosismo sarebbe un problema per tutti.

Certo, nel calcio si cambia quasi sempre per uno stipendio, perciò i traghettamenti fra due sponde fieramente rivali – da Meazza (Inter e Milan) a Cordova (Roma e Lazio) – in genere all’amore (o al disamore) uniscono anche il companatico. Stavolta, però, sembra esserci qualcosa di diverso.

Non nascondiamolo: a Big Rom non ha fatto per niente piacere tutto ciò che si è scritto in questi ultimi due mesi sulla sua volubilità. Non è un caso che, dal ritiro della nazionale, abbia detto sibilino: "Se dicessi come sono andate veramente le cose, rimarreste scioccati. Un giorno capirete perché in finale di Champions non ero presente con la testa". Attendiamo pazienti, ma anche un po’ disincantati, perché se si tratta sempre di promesse di posti da titolare o di più soldi sul contratto, siamo sempre ai piani bassi delle motivazioni per un addio del genere.

Alle amichevoli battute dei compagni su quello che oggi lo aspetterà a San Siro, Lukaku risponde lo stesso mantra: "Sono pronto e non ho paura". Non ha neppure bisogno di farsi rimpiangere, perché tanto risentimento in fondo significa anche questo. Ciò che vorrebbe, però, è fare il gol della vittoria, chiudere gli occhi, portare il taglio della mano alla fronte e il dito verso la punta del naso, invocando quel silenzio che in ogni caso non ci sarà. Una sceneggiatura perfetta, un copione già scritto, anche se gli ingenui direbbero che così vincerebbero i “cattivi”. Possibile. Ma a proposito, nel calcio di oggi i “buoni” dove sono?

 

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