Nell'estate del 2011, la Roma accolse in panchina quella che allora era una vera e propria scommessa: Luis Enrique. L'asterranno conquistò subito tutti: dava l'illusione che un pezzo di Barcellona fosse approdato per iniziare una contaminazione genetica dalle prospettive gloriose.
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Luis Enrique: l’amore breve per un irregolare di talento
Dopo un settimo posto Luis Enrique andò via da Roma stravolto, contestato dalla maggioranza e stracciando il contratto da 1,5 milioni
Sin dall'inizio limitò subito al minimo i contatti con i media, poi fece una scelta decisamente controcorrente: andare a vivere all'Olgiata, dall'altra parte di Roma rispetto a Trigoria. A volte sceglieva addirittura di andare a lavorare in bici (80 km tra andata e ritorno). I giornalisti spagnoli lo dicevano: Luis Enrique è strano come un cane verde.
Come scrive La Gazzetta dello Sport, conquistò il gruppo introducendo metodologie mai viste e comportandosi da fratello maggiore. Per Luis Enrique furono davvero tutti uguali e lo dimostrò con formazioni sempre diverse, tanto da far nascere il «Totoluisito» (chi giocherà stavolta?). Tanto che nei preliminari di Europa League sostituì Totti, finendo eliminato e fischiato da tutto l'Olimpico.
Una volta decise di non convocare Osvaldo per una lite e De Rossi per un ritardo ad una riunione. Dopo un settimo posto Luis Enrique andò via da Roma stravolto, contestato dalla maggioranza e stracciando il contratto da 1,5 milioni.
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