rassegna stampa

Luciano re con il 4-2-3-1 ma era un’altra storia. Si riparte con due punte?

Con i giocatori a disposizione, è più facile pensare al 4-3-1-2, che lo stesso Spalletti ha utilizzato nel suo ultimo periodo romano

Redazione

Oltre che essere un bravo allenatore, l’uomo è bene informato quanto basta per sapere che — al netto dei colloqui esplorativi (anche per interposta persona) che sono andati avanti da tempo — il suo non era il profilo che a Trigoria avrebbero voluto per costruire la Roma del futuro, proprio perché si voleva tagliare le radici al passato.

Ma la capacità di lavorare con i giovani, il polso fermo e la duttilità tattica sono cose che piacciono di Spalletti, che quindi costruirà nel tempo una Roma abbastanza diversa rispetto a quella di Garcia.  Con i giocatori a disposizione, è più facile pensare al 4-3-1-2, che lo stesso Spalletti ha utilizzato nel suo ultimo periodo romano. De Sanctis, un suo fedelissimo a Udine, insidia già Szczesny. Difficile invece che Florenzi resti a lungo terzino. Perciò, visto che Digne è un intoccabile, Torosidis (o il miglior Maicon) potrebbe essere rilanciato e l’azzurro avanzare a centrocampo o in attacco nel caso di tridente. In mediana, il Pizarro di turno latita e così o si prova la scommessa Pjanic regista (tenendo conto però che De Rossi non ha la dinamicità di un tempo), oppure si colloca Florenzi mezzala destra, con Pjanic trequartista alle spalle di Dzeko e uno tra Salah e Gervinho. Così facendo, l’emorragia dei gol al passivo (38 stagionali finora) potrebbe limitarsi. Se invece si puntasse sul 4-2-3-1, davanti a De Rossi e Pjanic potrebbero giocare uno tra Florenzi e Iago Falque a fare il Taddei, gli stessi due che potrebbero emulare Perrotta, con l’aggiunta di Nainggolan o Pjanic. Insomma, le soluzioni offensive a Spalletti non mancherebbero, senza contare che le possibilità di un Totti rimesso a lucido e supportato da una mediana robusta.

(M.Cecchini)